Piano casa del Comune di Milano per il 2024. Più degli annunci ci interessano i fatti: sempre meno case popolari e nessuna risposta per l’emergenza abitativa.
Milano, aprile 2024. Oggi, come ogni anno è in approvazione, peraltro in forte ritardo rispetto agli anni precedenti, il piano annuale dell’offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali della città di Milano
Crediamo si sia persa anche questa volta l’occasione di una discussione vera per capire come rispondere al bisogno di casa della Città, preferendo invece limitare la discussione ad un vuoto rituale di buoni propositi, slegato da una effettiva analisi della realtà e di quali risposte sono necessarie ad una emergenza abitativa che colpisce strati sempre più vasti della popolazione milanese
Va innanzitutto evidenziato che il consiglio comunale è stato chiamato a definire un piano sull’offerta abitativa che non contiene alcun tipo di analisi del fabbisogno, di quella che è la domanda attuale ed arretrata, di cosa hanno prodotto le politiche abitative di questi anni e questo è già un dato che riteniamo inaccettabile.
A questo va aggiunto che i piani annuali degli ultimi anni si sono rivelati sempre di più un elenco di propositi, più o meno buoni, in quanto sia per quanto riguarda i SAP (bandi casa popolare) che i SAT (alloggi provvisori destinati in gran parte alle famiglie sfrattate) l’offerta effettiva è sempre stata di gran lunga inferiore a quella programmata.
Troverete in allegato i dati comparativi relativi agli ultimi 3 anni, da cui risulta evidente che parallelamente ad una diminuzione del patrimonio pubblico destinato agli inquilini con i requisiti per l’accesso alle case popolari si è ridotta l’offerta di alloggi.
Difatti il totale degli alloggi di proprietà di ALER e Comune si è ridotto dal 2021 al 2024 da 65006 alloggi a 63668 per effetto delle vendite, soprattutto da parte di ALER, ma ancor più si sono ridotti gli alloggi a canone sociale, passati da 61773 a 57827 anche per effetto dei processi di valorizzazione( alloggi tolti dai normali canali di assegnazione) che ha avuto nel 2023 un forte incremento soprattutto negli alloggi comunali (diminuiti da 26949 a 25215)
Va inoltre rilevato che, in barba agli annunci, la percentuale di alloggi assegnati effettivamente sia per SAP che per SAT è sempre stata di gran lunga inferiore a quella preannunciata, in media circa il 60%, con un picco per il Comune di Milano, che nel 2023 ha assegnato solo 213 alloggi SAP rispetto ai 480 preventivati
Il risultato è che nel 2023 il totale delle nuove assegnazioni è stato di solo 936 case assegnate, per la maggior parte da ALER, uno dei peggiori risultati degli ultimi anni.
Altrettanto se non più grave è la situazione dell’offerta dei SAT, le assegnazioni transitorie destinate a far fronte a sfratti e grave emergenza abitativa: dal 2021 al 2023 rispetto ai 670 alloggi SAT previsti ne sono stati assegnati solo 478, anche lì con un record negativo del Comune che nel 2023 ne ha assegnati 50 sui 120 previsti. Aler in compenso, con un patrimonio maggiore, ne aveva previsti solo 50 nel 2023, sfuggendo alle sue responsabilità sociali. Non può stupire quindi se le famiglie vengono sfrattate senza una soluzione abitativa disponibile e ci sono famiglie con il SAT accettato da molti mesi senza aver ricevuto alcuna offerta.
Serve un immediato cambio di rotta: la questione dell’offerta abitativa non è una questione burocratica: come dare una risposta all’emergenza abitativa che colpisce una parte consistente della città, quella in maggiore difficoltà economica ma sempre più anche famiglie di lavoratori con redditi medi e medio bassi che non riescono più a sopportare costi delle case sempre più proibitivi, deve essere una priorità per la politica del Comune e delle altre Istituzioni e su questo vanno date risposte concrete e indilazionabili.
Sunia, Sicet, Unione inquilini, Conia, Asia