L’ombelico del mondo.
Di certo non lo è ma da un po’ di tempo a questa parte sembra lo sia diventato.
Parliamo del porto di Genova e delle vicende legate all’assegnazione degli spazi portuali, al tunnel sotto il porto, all’abbattimento di tutto o parte della Soprelevata e a tutte le opere progettate a Genova per interessi che ben poco hanno a che fare con quelli dei cittadini paganti e molto con le tasche di affaristi, banche, politici, dirigenti portuali e imprenditori più o meno noti.
Infatti quanto sta emergendo dalle indagini condotte dalla GdF negli ultimi anni sembra disegnare un blocco di potere dove, dietro la propaganda profusa a piene mani sulla Liguria produttiva e che fa da sé, ogni potere forte di Genova e non solo ha il suo tornaconto privato in operazioni che dovrebbero servire a portare ricchezza alla città e che invece privatizzano tutto quanto possibile sostituendo il monopolio pubblico con quello privato.
Banchine, riempimenti a mare, opere in qualche modo legate al porto e alla città diventano occasione per privare i cittadini ed i lavoratori, mai come in questo caso uniti nella cattiva sorte, di un bene pubblico a favore di cordate che si scontrano fra loro e di politici e manager che, pur di mantenere il loro potere o privilegi di carica, sono proni al potente di turno, vecchio o nuovo che sia.
Di certo i lavoratori, comunque vada la vicenda giudiziaria, saranno i primi a subire ricadute legate al tentativo di applicare in qualche modo la direttiva Bolkenstein, all’automazione sempre maggiore delle banchine e delle operazioni marittime, alla precarizzazione del lavoro, ai passaggi dei dipendenti fra varie società, più simili a scatole cinesi che altro, alle riduzioni sotto varie forme del salario reale (ticket, premi decurtati, ecc.).
A fronte di questo, non c’è altra soluzione: organizzarsi si può e si deve!
Nulla viene concesso ai lavoratori se non lo conquistano o non lottano per mantenere quanto vogliono togliergli, magari a pezzi che così si fa l’abitudine a retrocedere passo passo come i gamberi.
Salario, diritti, certezza e sicurezza del lavoro e sul lavoro, combattere contro i pericoli sempre più incombenti della guerra devono essere a nostro avviso gli assi portanti dell’iniziativa che deve vedere i lavoratori di nuovo protagonisti della propria storia, sulle banchine ma anche nelle strade e nelle piazze del nostro Paese.
Genova, 30/05/2024
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