Chianciano, Siena, Italia, 13-16 novembre 2025 – Si è aperta ieri la sesta riunione della Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta, che dopo due anni, e a più di una decina dalla sua fondazione, riunisce i delegati sindacali di più di trenta Paesi nel mondo. Per la prima volta in Italia, l’incontro che è in corso e terminerà domenica, ha richiamato i numerosi delegati in rappresentanza di una dozzina di milioni di lavoratori di tutti i continenti e appartenenti ai differenti settori lavorativi.
Ieri nella sessione plenaria di apertura dei lavori un delegato per ciascuno dei Paesi presenti ha avuto modo di descrivere la situazione che attualmente i lavoratori vivono nei rispettivi settori e la condizione in cui le persone operano, vivono e sono in relazione con il governo del Paese. Come si può immaginare si tratta di situazioni, condizione, ambienti politico-sociali con differenze più o meno grandi che in questo contesto però convivono, si confrontano e trovano ascolto e solidarietà. Alla base della Rete, e suo elemento costitutivo fin dagli inizi, è infatti la volontà di dare parimenti voce e rappresentanza a tutti i suoi appartenenti, compito ambizioso e non facile data le intuibili differenze tra Paesi di tutte le latitudini e dove in alcuni casi, purtroppo non così infrequenti, coloro che portano avanti la lotta per i diritti dei lavoratori, e in generale per il miglioramento della vita delle persone e contro lo sfruttamento in ogni sua forma, pagano in prima persona, con il carcere se non con la propria vita.
dall’Europa, a cui appartengono i Paesi fondatori – Spagna, Francia e Italia – all’Africa, all’Asia alle Americhe, che si tratti del settore privato o di quello pubblico, emerge in ogni caso la comunanza di intenti per battersi contro le ingiustizie e le discriminazioni perpetrate in varia misura dai governi e dal sistema capitalista.

In questi anni la Rete è cresciuta esponenzialmente ma questo è solo il punto di partenza, ancora molti Paesi e intere categorie di lavoratori non trovano rappresentanza e solo il fatto che la Rete esista e stia crescendo rappresenta una concreta possibilità per molti di far conoscere quello che avviene all’interno dei confini nazionali e di ricevere appoggio, solidarietà e aiuto dai sindacati presenti in altre nazioni e che affrontano le medesime problematiche, seppure con differenti gradazioni.
La Rete dunque sta prendendo forma sempre con maggior forza e sono evidenti i margini per crescere ancora ed estendere la propria attività ad altri Paesi e rappresentanze di lavoratori.
Emerge come uno dei principali problemi diffusi trasversalmente tra i lavoratori nel mondo soprattutto il tema della precarietà, in particolare tra i giovani, altrettanto a caratterizzare anche situazioni e realtà lontane geograficamente e politicamente è la comune difficoltà a far emergere le difficoltà vissute dai lavoratori attraverso i canali della comunicazione tradizionale, sui mass media istituzionali per intenderci, altro motivo per cui l’attività svolta dalla Rete rappresenta un’occasione unica e formidabile per diffondere questa consapevolezza nei vari Paesi e per intensificare la collaborazione e il confronto reciproco mirando a soluzioni condivise e facendo crescere l’appoggio e la solidarietà internazionale. Come recita la celebre frase di chiusura del Manifesto del Partito Comunista, “Lavoratori di tutto il mondo unitevi!“, oggi è più attuale che mai l’idea alla base dell’internazionalismo socialista, che afferma che i lavoratori, indipendentemente dalla nazionalità, hanno un interesse comune a unirsi per superare il capitalismo. 
Dal diritto al lavoro, alla critica delle ingiustizie sociali, dalla contestazione del modo di produzione capitalistico alla denuncia delle sue contraddizioni, dalla difesa della salute, dell’istruzione, del welfare all’aspra contestazione delle diseguaglianze di genere, dalla polemica contro i nazionalismi e le discriminazioni razziali al progetto di una nuova dimensione internazionale per le classi lavoratrici, in vista della loro emancipazione, i temi e la volontà di condividerli internazionalmente è la medesima che anima lo spirito da cui deriva la Rete sindacale internazionale odierna, un progetto che acquisisce maggior forza e importanza in un’epoca in cui il mondo del lavoro è costretto ancora a subire condizioni di sfruttamento.
I Paesi intervenuti a Chianciano con le proprie delegazioni sindacali affiliate alla Rete: Venezuela, Centro Africa, Italia, Palestina, Inghilterra, Colombia, Equador, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Costa d’Avorio, Portogallo, Ucraina, Francia, Polonia, Germania, Senegal, Argentina.
All’appello purtroppo sono mancati Sudan, Togo, Benin, Congo e Africa del Sud – oltre ad alcuni dei rappresentanti invitati a parlare da Senegal ed Equador – a cui è stato rifiutato il visto d’ingresso in Italia. “Una repressione antisindacale non nuova, conosciuta già in occasione di precedenti Riunioni in altri Paesi, ma che non ci fermerà. La solidarietà tra lavoratori infatti prevale e prevarrà sulla repressione.”
Ed è il comune spirito internazionalista che pone anche la solidarietà con la lotta del popolo palestinese tra i contenuti appoggiati e condivisi da tutti i partecipanti alla Riunione di Chianciano, dove il Sudan sarebbe uno dei Paesi al tavolo dedicato alla lotta sindacale nei Paesi in guerra insieme Palestina e Ucraina.
Link utili:
Sito della Rete internazionale di solidarietà e lotta.
Rojo y Negro TV – Streaming del 6° Encuentro Red Internacional Sindical.
