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RINNOVI CONTRATTUALI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

RINNOVI CONTRATTUALI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
CCNL COMPARTO FUNZIONI CENTRALI: NULLA DI NUOVO. AUMENTI INADEGUATI. IN SINTESI RETRIBUZIONI E DIRITTI AL PALO.

Aumenti assolutamente inadeguati sono previsti dall’ultima bozza del CCNL del Comparto Funzioni centrali e non è affatto una novità. Da tempo ormai non ci sono soldi per i dipendenti pubblici. Le retribuzioni nella P.A. nel nostro Paese sono mediamente tra le più basse in Europa. Da tempo i contratti collettivi nazionali sottoscritti da governo e organizzazioni sindacali cosiddette rappresentative non prevedono retribuzioni che garantiscano un completo recupero dell’inflazione

Inoltre è doveroso precisare che nel nostro Paese da molto tempo le retribuzioni della stragrande maggioranza di lavoratrici e lavoratori sono assolutamente lontane dal poter garantire la necessaria equiparazione con il costo della vita.
Vale la pena ricordare che la Costituzione della Repubblica italiana al suo Articolo 36 recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se’ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Si segnala comunque che il Governo, bontà sua, ha previsto uno stanziamento aggiuntivo dello 0,22% destinato ai rinnovi contrattuali del triennio 2022-2024 (che porta così l’incremento nel triennio di riferimento al 6%) e uno stanziamento di 3 miliardi di € per il rinnovo dei contratti del successivo triennio 2025-2027.

Nella ultima bozza del CCNL presentata dall’ARAN alle organizzazioni sindacali cosiddette rappresentative sono poi previste specifiche misure dirette ad agevolare lavoratrici/tori neo assunte/i, con particolare attenzione alle esigenze di lavoratrici/tori “fuori sede”. Si legge infatti nella bozza che nella definizione del contratto integrativo “le parti valuteranno l’adozione di strumenti volti a favorire l’inserimento del personale neoassunto quali, ad esempio, politiche di welfare e/o accesso al lavoro a distanza”.

Ecco la definizione data dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: “lo smart working (o lavoro agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”. Non dice il Ministero che con lo smart working (o lavoro agile) viene scelto anche perché può comportare una considerevole riduzione dei costi operativi per la P.A. a partire dall’abbattimento delle spese per l’ufficio (come il mantenimento degli spazi e l’approvvigionamento di forniture), fino ai minori consumi di risorse come ad esempio l’elettricità.

In pratica per rendere più appetibili le posizioni nel settore pubblico, soprattutto nelle grandi città del Nord Italia si introduce la possibilità di lavoro a distanza per i nuovi assunti nelle Funzioni centrali della P.A. come ministeri, enti pubblici non economici e agenzie fiscali. L’obiettivo è ridurre le rinunce da parte di coloro che vincono i concorsi ma poi si vedono costretti a rifiutare le posizioni a causa dell’alto costo della vita e degli affitti in alcune aree del Paese.

Si evidenziano qui le tabelle delle retribuzioni come previste nella bozza dell’ARAN dell’8 ottobre scorso. Si allega al presente comunicato la bozza del CCNL Comparto Funzioni centrali dell’8 ottobre scorso.

Servirebbe sicuramente uno sciopero generale intercategoriale molto partecipato per dire no ad ogni guerra, per dire no alla macelleria sociale determinata da una feroce economia del profitto. Uno sciopero generale intercategoriale per chiedere da subito retribuzioni e pensioni sufficienti a garantire un’esistenza libera e dignitosa come sancito nella nostra Costituzione, cioè retribuzioni e pensioni equiparate al costo della vita. Il nostro impegno sarà sempre quello di incentivare una mobilitazione finalizzata a programmare uno sciopero generale intercategoriale con una massiccia partecipazione di lavoratrici e lavoratori.

CUB Pubblico Impiego federazione nazionale, 21 ottobre 2024

 

 

 

 

 

21 ottobre 2024                                                                     CUB Pubblico Impiego 

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