LE SANZIONI INTERDITTIVE DELLA MAGISTRATURA NON POTRANNO BLOCCARE LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE – I PROFITTI DEI PADRONI – A DISCAPITO DELLA SALUTE DI LAVORATORI E CITTADINI E DELL’AMBIENTE!
Il 28 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge denominato «Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale» con il quale si stabilisce che le sanzioni interdittive – decise dalla Magistratura – non possono essere applicate quando pregiudicano la continuità dell’attività svolta in stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di “interesse strategico nazionale”. Tra questi stabilimenti ci sono importanti complessi industriali noti sia per l’inquinamento ambientale, sia per malattie e morti sul lavoro e tra la cittadinanza, come l’ex Ilva e la Isab di Priolo.
Il testo del decreto.
Il testo del DL, afferma che «le sanzioni interdittive non possono essere applicate quando pregiudicano la continuità dell’attività svolta in stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale se l’ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi». «Il modello organizzativo si considera
sempre idoneo a prevenire reati… quando nell’ambito della procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale sono stati adottati provvedimenti diretti a realizzare, anche attraverso modelli organizzativi, il necessario bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione e la tutela della
sicurezza sul luogo di lavoro, della salute, dell’ambiente e degli altri eventuali beni giuridici
lesi dagli illeciti commessi».
Il DL poi stabilisce che la nomina di un commissario «è sempre disposta in luogo dell’applicazione della misura cautelare interdittiva quando la misura possa pregiudicare la continuità dell’attività svolta in stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale». In caso di sequestro non solo per gli stabilimenti ma anche «impianti e infrastrutture necessari ad assicurarne la continuità produttiva», il giudice, recita il DL, «dispone la prosecuzione dell’attività avvalendosi di un amministratore giudiziario».
Inoltre, per realizzare «un bilanciamento» tra produzione, sicurezza e lavoro, «il giudice detta le prescrizioni necessarie» tenendo anche conto dei provvedimenti amministrativi delle autorità. Queste disposizioni, però, «non si applicano quando dalla prosecuzione puó derivare un concreto pericolo per la salute o l’incolumità pubblica».
Per quanto riguarda le Acciaierie d’Italia (ex Ilva) l’intervento del Governo ha prodotto i 680 milioni di finanziamenti pubblici, che all’ex Ilva serviranno a riprendere fiato e ad alleggerire l’enorme indebitamento: 6-700 milioni solo verso Eni e Snam per le forniture di gas non pagate più altri 100 milioni da corrispondere all’indotto di Taranto. Se si fanno 2 conti praticamente tutti i debiti vengono ricoperti con i soldi pubblici: aiuti di stato a babbo morto!
Il 2022 finisce proprio bene, con questo regalo del Governo ai profitti dei padroni che uccidono l’ambiente e le vite di lavoratori e cittadini!
Tutelare Lavoro, Salute e Ambiente allo stesso tempo!
Gennaio 2023 FLMUniti-CUB Segreteria Nazionale