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20 ottobre 2023: Sciopero Generale del sindacalismo di base

Contro guerra, carovita e precarietà. Per aumenti salariali generalizzati e pari all’inflazione.

Mentre da un anno e mezzo prosegue la mattanza in Ucraina con la complicità attiva dei governi occidentali e mentre assistiamo a una corsa al riarmo senza precedenti su scala globale (l’UE è giunta al colmo di voler dirottare persino i fondi del PNRR per l’acquisto di nuove armi e munizioni da inviare al governo di Kiev), l’economia di guerra produce effetti sempre più drammatici per le condizioni di vita di milioni lavoratori, disoccupati e pensionati.

L’inflazione e i rincari di tutti i beni di prima necessità colpiscono con maggiore forza i lavoratori poveri, i precari e l’esercito dei senza lavoro, che sono arrivati a subire una crescita dell’inflazione effettiva, quindi una perdita del potere di acquisto dei loro redditi, di almeno il 18% (fonte Milano-Finanza dell’8.2.2023 di Rossella Savojardo).

In un simile contesto, le politiche reazionarie del governo Meloni non fanno altro che aggravare ulteriormente la situazione: da un lato con l’abolizione del reddito di cittadinanza per i disoccupati, che condanna milioni di famiglie alla povertà estrema e al ricatto di dover accettare condizioni di lavoro ultra-precarie e con salari da fame; dall’altro il DL lavoro, che con il taglio del cuneo fiscale butta un po’ di fumo negli occhi dei lavoratori (ai quali, forse, andrà qualche misero aumento in busta paga), mentre l’arrosto andrà ancora una volta nelle tasche dei padroni grazie a una nuova ondata di sgravi fiscali, l’estensione dell’utilizzo dei voucher e la facilitazione dell’uso reiterato dei contratti a termine.

Tutto ciò accade:

  • mentre decine e decine di contratti sono scaduti, con milioni di lavoratori del tutto privi di qualsiasi tutela dall’erosione salariale dovuta all’inflazione e col fronte padronale compatto nel respingere qualsiasi ipotesi di rinnovo che non preveda condizioni umilianti per i lavoratori;
  • con la complicità di Cgil-Cisl-Uil, le quali al di là del sempre più nauseante “gioco di ruolo” interno ai vertici confederali si guardano bene dal lavorare a una nuova stagione di lotta dentro e fuori ai luoghi di lavoro.

Per questi motivi, le nostre organizzazioni sindacali hanno proclamato una giornata di sciopero generale nazionale per il prossimo 20 ottobre, che avrà come sue principali rivendicazioni il NO ALLA GUERRA, L’AUMENTO GENERALIZZATO DEI SALARI PARI ALL’INFLAZIONE, LA CANCELLAZIONE DI TUTTI I CONTRATTI-TRUFFA CHE PREVEDONO PAGHE DA FAME E IL NO ALL’ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA.

Non si tratterà di un “evento isolato”, bensì di una giornata di lotta che, a partire dai luoghi di lavoro e dal protagonismo dei lavoratori e dei disoccupati, punterà ad attraversare e fondersi con l’opposizione sociale al governo Meloni che in questi mesi si sta sviluppando sui territori sul NO al riarmo e alle spese militari, contro le devastazioni ambientali e le catastrofe climatica prodotta dal modello di sviluppo capitalista e contro le politiche razziste, sessiste e reazionarie dell’attuale Esecutivo.

24 luglio 2023

ADL, CUB, SGB, SI COBAS

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