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Morire di sfratto, succede a Sesto San Giovanni (MI)

Morire di sfratto, succede a Sesto San Giovanni (MI)

Unione inquilini Milano: “Sfratti e alloggi provvisori, il disinteresse del Comune condanna centinaia di famiglie a restare sulla strada”

Unione Inquilini Milano e provincia annuncia un PRESIDIO, già concordato prima dei tragici eventi di Sesto, per GIOVEDI’ 16 OTTOBRE ALLE ORE 17 DI FRONTE AL CONSIGLIO COMUNALE PIAZZA DELLA SCALA A MILANO.

“Non ce la faccio più”, le ultime parole scritte da un pensionato di 71 anni che ieri durante lo sfratto si è lanciato dal sesto piano di un palazzo a Sesto, nell’hinterland milanese.
Una battaglia, quella sul caro casa e sull’ormai impossibilità di reggere il costo della vita a Milano, che Unione inquilini conduce da anni, testimone dei sempre più frequenti casi di sfratti a carico di famiglie e persone, spesso donne lavoratrici con figli a carico, che pur percependo un reddito non sono in grado di fare fronte alle spese essenziali, come quelle per l’alloggio.

E’ UNA SITUAZIONE INTOLLERABILE, CHE STRIDE CON IL FATTO CHE IL SOLO COMUNE DI MILANO ABBIA CIRCA 6.000 ALLOGGI VUOTI (il giochetto di separare gli alloggi “vuoti” da quelli “destinati ad altri progetti” non inganna nessuno, semmai rende evidente il nesso tra gli alloggi vuoti e i progetti di privatizzazione dell’edilizia pubblica) E PERO’ NON RIESCA A DARE UNA RISPOSTA NEPPURE ALLE SITUAZIONI DI EMERGENZA ABITATIVA PIU’ GRAVI. Le procedure accelerate e “semplificate” adottate dal Comune in altri campi, dove ci sono rilevanti interessi economici, come per esempio l’urbanistica e l’edilizia privata, non vengono nemmeno ipotizzate quando si tratta di dare risposte a famiglie in condizioni drammatiche.
CHIEDIAMO AL COMUNE CHE LA QUESTIONE ABITATIVA DIVENTI UNA EFFETTIVA PRIORITA’ PARTENDO DALLA RAPIDA ASSEGNAZIONE DI CASE SAT A CHI E’ IN ATTESA, DALL’ASSEGNAZIONE DI TUTTI GLI ALLOGGI VUOTI E DALLA CESSAZIONE DELLA SOTTRAZIONE DI ALLOGGI DALL’EDILIZIA POPOLARE PER DESTINARLI AD USI PIU’ REDDITIZI”, dichiara la segreteria milanese di Unione Inquilini.

I SAT (Servizi abitativi transitori) hanno sostituito le assegnazioni in emergenza come principale strumento che hanno i Comuni per gestire l’emergenza abitativa

Nei casi più drammatici, a partire dagli sfratti che sono migliaia ogni anno nella nostra città, la gestione da parte del Comune di Milano si è rivelata colpevolmente inefficiente, frutto di un voluto disinteresse, malgrado siano anni che i sindacati inquilini propongano modifiche alla loro gestione per permettere una risposta efficace e socialmente equa dell’emergenza abitativa.

E i risultati si vedono:

–Tra il 2021 e il 2024, secondo quanto si può rilevare dai Piani Annuali presentati in Consiglio Comunale, sono stati assegnati 524 alloggi SAT sui 910 previsti (-386).

–Almeno 250 nuclei familiari sono in attesa di offerta di alloggio con domanda accettata anche da un anno e nel frattempo sono sulla strada, spesso a sfratto eseguito.

–I tempi di attesa per l’esame delle domande sono di oltre 6 mesi e totalmente svincolati dal momento di esecuzione degli sfratti.

–L’unico rimedio trovato dal Comune per accorciare la lista si chi è in attesa di alloggio con domanda accettata è bocciare la stragrande maggioranza delle nuove domande con motivazioni spesso pretestuose e antisociali.

–Moltissime domande non giungono neppure ad essere valutate in quanto archiviate perché viene utilizzato un meccanismo di valutazione della morosità incolpevole non previsto dalla legge e che non tiene conto minimamente delle condizioni di bisogno della famiglia sfrattata.

Nel frattempo gli altri alloggi destinati all’emergenza abitativa, gli AUTE, rimangono pochissimi, meno di 100, con pochissimo ricambio a causa delle interpretazioni restrittive della legge scelte dal Comune di Milano, e gestiti senza alcuna informazione e controllo sui criteri di scelta dei destinatari.

Il risultato della mancanza di case offerte a chi è sulla strada da parte della Direzione Casa del Comune fa sì che moltissime famiglie si rivolgano ai Servizi Sociali che danno loro, quando va bene, soluzioni disagevoli in coabitazione e separando i padri da mogli e minori; anche lì si è creata una lunga lista di famiglie riconosciute meritevoli di RST (Residenze sociali temporanee) che aspettano da mesi.

Comunicato di Cub Monza e Brianza su quanto avvenuto ieri a Sesto san Giovanni

“Oggi un uomo di 71 anni a Sesto San Giovanni si è tolto la vita mentre aspettava l’Ufficiale Giudiziario. In Italia si consolidano le politiche governative di esclusione dei più deboli. Il Governo Meloni non promuove nessuna politica abitativa popolare mentre cresce il patrimonio di case, pubblico e privato, sfitto e lasciato al degrado e alla speculazione.
Il governo tutela e aumenta solo le spese militari per portarci in una guerra che garantisce gli interessi economici del capitale. Negli anni le politiche di contenimento salariale, l’abolizione della scala mobile a tutela dei salari e pensioni, la diffusa precarietà, la riduzione della tassazione sui profitti hanno portato indietro le condizioni di vita di molti e arricchito pochi.
Come sindacato CUB Monza Brianza chiediamo al sindaco della città di Monza un intervento favorevole alla politica abitativa popolare: nuove case ad affitti calmierati.
Al governo un programma nazionale per la costruzione e recupero di appartamenti a favore dei ceti popolari
con affitti che non superino il 10% del reddito di chi lavora o vive di pensione e una tassazione crescente e penalizzante per che mantiene gli immobili sfitti a fini speculativi.
Serve una vertenza nazionale sul diritto alla casa su questo chiamiamo i lavoratori e le lavoratrici alla mobilitazione.”

CUB via Piave 7 Monza tel.039832267 – E-mail: cub.monza@cub.it

 

 

 

 

 

 

 

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