Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Anche la violenza economica e’ violenza

8 MARZO 2025: SCIOPERO GENERALE. ANCHE LA VIOLENZA ECONOMICA E’ VIOLENZA
 
L’ultima legge di Bilancio varata dal governo Meloni è una legge di austerità che colpisce in primo luogo le lavoratrici e mina pesantemente l’autonomia delle donne all’interno della società.
 
La legge di bilancio prevede infatti un taglio di oltre 4 miliardi nella spesa pubblica che si abbatterà in primo luogo sui servizi di welfare direttamente rivolti alle donne, come i centri antiviolenza, gli sportelli di ascolto e i consultori. Questi servizi sono infatti finanziati direttamente dagli enti territoriali che vedranno il loro finanziamento tagliato direttamente con l’accetta dallo stato centrale.
 
La mancata attuazione anche solo della direttiva europea (finanziata con i fondi del PNRR) sui nidi diminuisce ulteriormente le possibilità di impiego femminile all’interno di un Paese dove il lavoro di cura grava fondamentalmente sulle spalle delle donne. Non è un caso che il tasso di inattività femminile stia aumentando vertiginosamente, arrivando ormai al 40% delle donne che potrebbero essere attive. Vuole dire che 4 donne su 10 non lavorano, pur avendone bisogno, perché vengono messe nella condizione di non poterlo fare.
 
Viene varato lo sgravio contributivo per l’assunzione di lavoratrici madri, che si rivela solo l’ennesimo regalo alle aziende, mentre nello stesso tempo si tagliano i posti nel settore pubblico dove le donne sono più presenti. In particolare i settori scuola e sanità, dove la presenza femminile è preponderante, subiranno nuovi ulteriori tagli, riducendo ulteriormente la presenza femminile nel mondo del lavoro.
 
Il governo presenta la possibile sperimentazione della settimana lavorativa di 4 giorni come un vantaggio per le lavoratrici madri. In realtà, non prevedendo una diminuzione dell’orario di lavoro settimanale, questo vorrà dire una giornata lavorativa di almeno nove ore e mezza in un contesto in cui i servizi per le lavoratrici madri sono pochi e in diminuzione.
Le conseguenze sono evidenti in un Paese dove il lavoro di cura pesa in modo rilevantissimo sulle spalle delle donne: aumento dei carichi di lavoro sia a casa che nell’impiego salariato.

In definitiva un altro colpo assestato alla libertà delle donne in questo Paese e un contributo ulteriore alla loro sottomissione alle esigenze di un bilancio pubblico completamente sbilanciato a favore delle classi più ricche e delle imprese.
La struttura di classe e quella patriarcale si sostengono a vicenda per rendere le lavoratrici del Paese incatenate alla schiavitù del doppio lavoro.
 
Di fronte a tutto questo il minimo che tutte e tutti possiamo fare è scioperare l’8 Marzo contro chi continua a utilizzare le nostre vite e il nostro lavoro per tenere in piedi un sistema profondamente ingiusto e marcio nelle sue fondamenta.
 

8 Marzo Sciopero transfemminista. La CUB anche quest’anno ha dichiarato la giornata di mobilitazione! Partecipiamo tutte e tutti!  

 

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.