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Comparto aereo: mancato rispetto degli obblighi occupazionali

È ORA CHE ENAC IMPONGA A ITA E ALLE AZIENDE DEL COMPARTO AEROPORTUALE DI OTTEMPERARE AGLI OBBLIGHI OCCUPAZIONALI PREVISTI DALLA L.68/99 (DISABILI E CATEGORIE PROTETTE)

Il 9 maggio Enac ha partecipato all’evento “Best practices per viaggiare in aereo” tenutosi presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro della disabilità, Alessandra Locatelli. Per Enac erano presenti il Direttore Generale, Quaranta e il responsabile del dipartimento Tutela diritti dei passeggeri, De Laurentiis. A tale iniziativa c’erano anche l’AD Lazzerini per ITA e il Dir. Gen. Menin per Assaeroporti: tutti presenti, come riportato da una velina di Avionews, per sostenere un progetto, in essere dal 2015, che mira a “rendere più serena la permanenza in aeroporto e facilitare il viaggio aereo alle persone autistiche ed ai propri familiari”

“È del tutto evidente – scrive Cub Trasporti in un comunicato – che tale iniziativa mirasse sia per Enac che per ITA e per Assaeroporti ad accreditare alle principali aziende del settore aereo-aeroportuale una particolare attenzione alle problematiche del mondo della disabilità.
MA È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA? PURTROPPO NO.
A guardar bene i dati sull’impiego dei lavoratori disabili e di quelli appartenenti alle categorie protette, la norma sugli obblighi occupazionali dei più ‘fragili’ non è rispettata nelle principali aziende del Trasporto Aereo-Aeroportuale: al 31.12.2022 in ITA le scoperture dei disabili erano 78 e 28 quelle delle categorie protette, in Swissport Italia erano 92 quelle dei disabili e 9 quelle delle categorie protette e in Atitech, a Fco, erano 47 quelle dei disabili e 7 quelle delle categorie protette.
Tali dati sono incommentabili se si considera in particolare che tali aziende, sorte dallo smembramento di Alitalia, hanno scelto di non imbarcare il personale disabile e quello appartenente alle categorie protette che è stato sospeso in cigs a zero ore dalla ex-Compagnia di Bandiera italiana.
La situazione è preoccupante anche nelle altre aziende del settore. In AdR, ad esempio, le scoperture dei disabili al 31.12.2022 erano 48, in Aviapartner erano 32 quelle dei disabili e 6 quelle delle categorie protette, in Aviation Services 41 quelle dei disabili e 4 quelle delle categorie protette.”

ENAC SU QUESTO COSA DICE? HA RICHIESTO ALLE AZIENDE LA CERTIFICAZIONE DI OTTEMPERANZA?
“Non sarebbe ammissibile che le tutele si attivino solo nei confronti dei fragili che pagano il biglietto ma si ignorino i diritti occupazionali dei disabili e di coloro che appartengono alle categorie protette: sarebbe inaccettabile, soprattutto se a farlo, come in questo caso, fossero aziende pubbliche come ITA o, comunque, aziende che gestiscono attività in concessione pubblica e di pubblica utilità.
Enac, infatti, se davvero vuole attivarsi a tutela dei diritti delle persone con disabilità, consideri che ha l’obbligo di accertare che le aziende siano ottemperanti alla L.68/99: in caso contrario dovrebbe revocare, come consente la norma, le licenze all’esercizio delle attività alle aziende.
Anche la giustificazione di alcune aziende di aver attivato delle convenzioni con il Centro per l’impiego non è plausibile: la ‘rateizzazione’ delle assunzioni dei disabili (le convenzioni non sono valide per le categorie protette) è la foglia di fico con cui si tenta di coprire che non si muove nulla, dato che le scoperture a fine 2022 per le aziende citate, sono le stesse del 2021.
Prima di organizzare sontuosi eventi chiamando la stampa embedded, sarebbe il caso che Enac, ITA e le aziende di Assaeroporti si mettessero in regola con gli obblighi previsti dalle leggi a tutela delle persone fragili: FAREBBERO SOLO IL LORO DOVERE E SICURAMENTE UNA PIÙ BELLA FIGURA.
La Cub Trasporti, sulle questioni illustrate, ha presentato un esposto all’Ispettorato del Lavoro, alla Regione Lazio – SILD e alla Procura della Repubblica.”

Roma 13.5.2023 CUB TRASPORTI

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