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Contratto scuola

Come i medesimi ‘aumenti’, peraltro ampiamente inferiori all’inflazione reale, vengono spacciati due volte.

Quanto avvenuto ci ricorda i sin troppo noti aerei di Mussolini soliti passare più volte nel corso della medesima parata per dare l’idea di una consistenza che in realtà non c’era. Insomma una ripresa della tradizione politica a cui si rifà l’attuale Presidente del Consiglio. Grazie a un facile calcolo, ‘scopriamo’ che i 124 euro di aumento, non dimentichiamo lordi, comprendono gli incrementi già riconosciuti nel dicembre 2022, ancora meno consistenti gli incrementi effettivi per il personale Ata contrariamente a quanto avviene per gli aumenti ai dirigenti. In cambio di queste generose concessioni e di alcuni effettivi miglioramenti normativi per il personale precario, il governo ottiene l’introduzione nel contratto del cosiddetto docente tutor e cioè il suo vero obiettivo

La Cub Scuola Università Ricerca ribadisce che:

1 Ogni accordo deve essere sottoposto alla valutazione delle assemblee del personale e a referendum vincolante.

2 Servono forti aumenti salariali in paga base, tali da recuperare quanto sottratto negli ultimi decenni.

Nel prossimo anno scolastico la Cub Scuola Università Ricerca organizzerà una campagna mediante assemblee per il contratto e propone lo sciopero generale della categoria.

Nello specifico, in merito ad aumenti farlocchi per docenti e personale Ata, riportiamo la riflessione del segretario nazionale Cub Sur, Cosimo Scarinzi:

“La scoperta dell’acqua calda”
Il rifiuto di molte colleghe e colleghi residenti al Sud assunti a tempo indeterminato nelle regioni del Nord di accettare la nomina è oggetto di stupore e di interesse giornalistico e appare come qualcosa di singolare.
In realtà ciò che “si scopre” è banale:
– la retribuzione del personale della scuola, anche dopo la chiusura dell’ultimo mirabolante contratto, fa sì che ci troviamo di fronte A UN CASO SPECIFICO DI LAVORO POVERO;
– il costo in generale della vita e in particolare quello degli affitti è insostenibile per strati sempre più larghi della popolazione.

Visto che non siamo in nessun modo di fronte a una novità, è chiaro che se si fosse voluto affrontare il problema le soluzioni sarebbero state altrettanto evidenti e cioè:
-garantire incrementi retributivi adeguati a recuperare quanto perso dall’inflazione negli ultimi decenni, quantomeno il 25%;
-garantire al personale obbligato a trasferirsi l’accesso al diritto all’abitare a condizioni sostenibili.

Come tutte le soluzioni semplici entrambe queste ipotesi non sono state nemmeno prese in considerazione dal governo e non sono state sostenute dalle organizzazioni sindacali istituzionali che hanno firmato senza particolari difficoltà un contratto che non prevede nemmeno il recupero dell’inflazione degli ultimi anni, per non parlare del pregresso. È evidente che sarebbe fuor di misura e ingenuo aspettarsi che il governo riconosca queste necessità e assuma misure adeguate, di conseguenza la parola e soprattutto l’azione passano alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola, che solo dando vita alla necessaria mobilitazione possono cambiare la situazione.

La Cub Scuola Università e Ricerca propone di conseguenza che:
-Si pongano all’ordine del giorno dei collegi docenti di inizio anno mozioni in cui si richiedano aumenti retributivi e risorse necessarie a garantire la parità di condizioni fra colleghi residenti in loco e colleghi trasferitesi per quel che riguarda la spesa necessaria a una vita dignitosa;
-Si organizzino in tutte le scuole, nonché a livello territoriale, ad opera delle RSU di istituto, assemblee su questi temi per definire i punti centrali della piattaforma per il prossimo contratto;
-Mobilitazioni di fronte agli uffici scolastici provinciali e regionali;
-Forme di lotta dall’applicazione rigorosa del mansionario fino allo sciopero, per arrivare a un contratto sulla base delle esigenze del personale e non dell’accordo fra Ministero e burocrazie sindacali.

Si tratta di un percorso di mobilitazione che deve vedere le lavoratrici e i lavoratori della scuola impegnati con le altre categorie del lavoro dipendente per un cambiamento della situazione esistente, che non possiamo continuare ad accettare come fosse un destino ineluttabile quando invece è il prodotto delle scelte dei nostri avversari.
La partita si giocherà nelle scuole così come nelle piazze.

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