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Dismissioni stabilimento Stellantis di Cassino, rischio occupazionale

La Fiat di Cassino è stata interamente realizzata ad inizio degli anni ’70 del secolo scorso con finanziamenti pubblici, nella fattispecie con i finanziamenti dell’ex Cassa del Mezzogiorno, ovvero con soldi nostri, delle nostre tasse, delle nostre tasche.

La Fiat di Cassino è nostra, dello Stato, del pubblico, ancor di più dei cittadini espropriati delle loro terre e delle operaie e operai che ci hanno buttato e continuano a buttarci il sangue.

L’attuale dismissione dei fabbricati e dei capannoni non può e non deve avvenire senza tener conto del vincolo sociale che grava sull’area industriale.

Se la Fiat di Cassino ha deciso di dismettere parte importante della proprietà, come lavoratori e cittadini rivendichiamo che i fabbricati ei capannoni devono tornare nella disponibilità dello Stato e non essere venduti ai privati, con i metodi e le regole della speculazione immobiliare.

La grande industria è parte integrante della forza economica di una Nazione.

Sono 10 anni che i governi Italiani non hanno un piano industriale.

E’ forse in atto una svendita della grande industria Italiana?

Qual è il peso che l’Italia ha intenzione di continuare ad avere a livello internazionale?

La Peugeot sta utilizzando il marchio Stellantis per cancellare e smantellare la concorrenza degli storici marchi Fiat, Alfa Romeo e Maserati?

Il ridimensionamento degli stabilimenti ormai, non guarda colo Cassino. Grugliasco. Mofi. Torino o Pomigliano Il ridimensionamento ed eventuale smantellamento riguarda a riguarderà tutta la fillera automotive.

Inoltre, non va dimenticato l’indotto che ruota attorno ad ogni stabilimento. Che fine faranno i lavoratori dell’indotto, quantunque le lavorazioni saranno riassorbite?

Quanto e come inciderà questo processo di ridimensionamento sui territori e sulla ricchezza economica degli stessi? Sul commercio, sulla ristorazione, sull’alberghiero e anche in ambito di investimenti immobiliari?

Gi ammortizzatori social, come cassa integrazione e contratto di solidarietà, sono in scadenza e per legge non più rinnovabili.

Il governo nazionale e regionale si sta mobilitando e/o progettando a favore di leggi o norme speciali che finanziano un’eventuale deroga?

Se la risposta è no, qual è la soluzione che si intende adottare?

Possibile che non vi siano piani industriali previsti per mantenere una stabilità occupazionale? Un’alternativa che non punti al ribasso ma al mantenimento e alla crescita occupazione?

Queste domande pretendono una risposta.

Non possiamo stare a guardare!

Su questo, come organizzazione sindacale FLMU-CUB, faremo mobilitazioni e chiederemo risoluzioni che mantengano un livello occupazionale alto e qualitativamente efficiente.

Ma eventuali proposte e soluzioni vanno in primis discusse in assemblea tra i lavoratori. Assemblee ancora non indette da nessun sindacato firmatario di contratto.

Cassino, 08/11/2012

Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti – Confederazione Unitaria di Base

https://www.leggocassino.it/2023/11/06/stellantis-il-futuro-fa-paura-scatta-lora-della-mobilitazione

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