Documento CNEL contro il salario minimo: ci sono alcune analisi interessanti ma le proposte sono autoreferenziali e aria fritta
In data 9 ottobre il CNEL ha pubblicato il documento di analisi e di proposte che boccia il salario minimo. Con questo volantino vogliamo soffermarci su alcuni aspetti in esso contenuti
Dati sui contratti: Su 977 contratti di lavoro ne sono stati rinnovati solo 420 che interessano 6.409.793 lavoratori, mentre 557 contratti sono scaduti e non rinnovati e interessano 7.429.542 lavoratori. Tra i contratti non rinnovati i più importanti sono quelli del terziario e servizi che interessano 4,6 milioni di lavoratori, istruzione e sanità che interessano 773 mila lavoratori.
Le parti sociali hanno rinunciato a contrattare il salario: Il CNEL scrive che “Negli ultimi decenni le parti sociali hanno concentrato le risorse nei rinnovi contrattuali sempre meno sui minimi tabellari… per introdurre nuove forme in direzione di produttività, flessibilità, welfare e enti bilaterali. Il sistema di contrattazione si muove dunque in maniera diversa dal potenziamento dei minimi tabellari.”
Commento: Quest’analisi è interessante e conferma quanto la Cub ha sempre sostento e cioè che cgil-cisl-uil dal 1993 in poi hanno rinunciato a chiedere aumenti di salario per chiedere invece pensioni integrative, welfare aziendali e assicurazioni private tramite enti bilaterali dove hanno interessi economici nei consigli di amministrazione. Il risultato è che i salari in Italia sono diminuiti.
Perché il CNEL è contrario al salario minimo: Nel documento si legge che il salario minimo presuppone l’adozione di un meccanismo automatico di indicizzazione (la scala mobile) sul quale è contrario. Si legge poi che sarebbe necessario stabilire criteri per la rappresentatività delle parti contraenti e come sappiamo la legge sulla rappresentanza il governo al momento non la vuole. Il Cnel propone che lo stesso faccia una fotografia della contrattazione nazionale. Ciò per darsi un ruolo autoreferenziale che in questi ultimi anni era praticamente scomparso.
Le proposte del CNEL sono aria fritta oltre che pericolose: il CNEL scrive che, “esaurita la stagione della moderazione salariale, occorre rilanciare la contrattazione saldando i salari reali alla produttività”.
C’è poi la proposta, molto pericolosa, di “un intervento normativo per obbligare i giudici a fare riferimento nelle cause non solo al salario minimo ma al trattamento economico complessivo che è più elevato”. Il riferimento chiaro è alle recenti sentenze che hanno obbligato le aziende di vigilanza ad aumentare gli stipendi perché i contratti erano troppo bassi e in contrasto con l’art 36 della Costituzione.
Commento: In sostanza si tratta di proposte che ci riportano al passato. La produttività è la solita litania che va avanti da anni che ha portato a tante fregature per i lavoratori e tanti vantaggi per i padroni. C’è poi la proposta inaccettabile e pericolosa di mettere il bavaglio ai giudici visto che molti contratti prevedono livelli salariali molto al di sotto del salario minimo.
La Cub ritiene necessario introdurre il salario minimo, che deve essere di 12 € ora, stabilire un meccanismo automatico di rivalutazione e fare la legge sulle rappresentanze. Per questo lottiamo a partire dallo sciopero generale del 20 ottobre, perché i lavoratori devono diventare protagonisti.
Ottobre 2023 Cub Legnano
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