COMUNICATO STAMPA
Oggi le Commissioni VI e X della Camera dei Deputati si esprimeranno sugli emendamenti che propongono di cassare l’art.6 del Decreto n.131 del 29.9.2023 che prevede una norma di “interpretazione autentica” dell’art. 56, comma 3-bis, del Decreto Legislativo L270/99 (Prodi bis), ovvero di una disciplina varata 24 anni fa per regolamentare l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza!
L’art. 6 mira ad escludere, nella vicenda della cessione da Alitalia a ITA, le garanzie occupazionali prestate all’Ordinamento italiano ed europeo: un tentativo incostituzionale ed inaccettabile di cambiare le regole del gioco e di provare a “silurare” gli oltre 1500 ricorsi in Tribunale del Lavoro presentati dal lavoratori della ex-Compagnia di Bandiera che non sono stati “imbarcati” da ITA, in spregio alle tutele occupazionali previste nel passaggio di ramo d’azienda.
L’Italia ha già subito un procedimento di infrazione da parte della UE in ordine al mancato rispetto delle tutele occupazionali nel trasferimento di ramo d’azienda ma, con tutta evidenza, non è bastato e l’attuale Governo, nell’ambito di un palese trasferimento di ramo d’azienda, tenta di colpire, fino ad annullare, i diritti dei lavoratori, con la responsabilità dei sindacati firmatari e il complice silenzio di una fetta importante della politica.
Anche la DG Competition e la Commissione UE fingono di non vedere e non sapere, che nel passaggio delle attività da Alitalia ad ITA sono state violate le tutele occupazionali nel trasferimento del ramo aviation da Alitalia ad ITA, peraltro previste, come prerequisito necessario, per avallare il trasferimento degli slots (permessi di atterraggio e decollo) da un vettore all’altro.
Non si salva un processo industriale fallimentare avviato dal Governo Draghi e proseguito da quello Meloni, colpendo i lavoratori, continuando solo a scaricare sulle loro spalle il prezzo del fallimento. Così non si corregge una parabola che invece imporrebbe un cambio di rotta radicale, dando vita ad una vera Compagnia di Bandiera di dimensioni adeguate e sufficiente, svoltando rispetto all’idea della nano-compagnia avallata ciecamente da Meloni&Giorgetti.
E’ comunque evidente che le scriventi OO.SS., nel caso in cui l’art.6 del D.L. 131 del 29.9.2023 dovesse essere definitivamente approvato dal Parlamento, procederanno necessariamente 23a verificare tutti i profili penali presso la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti per gli evidenti danni, incluso quello erariale, nei confronti di tutti coloro a cui è ascrivibile la responsabilità di aver liquidato” (come la norma evidentemente imporrebbe) aeromobili, infrastrutture, diritti di traffico e tutto ciò che ha consentito ad ITA di decollare dal 15.10.2021, al prezzo “di mercato” di 1 solo euro.
O quanto ceduto era un complesso industriale (quindi comprensivo dei lavoratori!) in tale difficoltà da necessitare una immediata ristrutturazione, attraverso un congruo investimento economico, che giustificasse il prezzo iniziale di 1 euro, oppure il prezzo di 1 euro risulterebbe una truffa a danno della collettività e dei lavoratori!
L’ultima cosa che si può immaginare è che quest’ultimi accettino “zitti e buoni” lo scippo del proprio posto di lavoro, a fronte anche delle prassi clientelari che ITA ha avviato.
La Cub Trasporti, Navaid e Usb Lavoro Privato il 13 novembre 2023 dalle ore 14,30, mentre alla Camera dei Deputati si voterà il D.L. 131 del 29.9.2023, manifesteranno in Largo Argentina per denunciare tale atto arrogante, incostituzionale e pericoloso che il Governo tenta di imporre (con la fiducia?) a danno di migliaia di famiglie.