Le rivendicazioni dei sindacati che ieri, mercoledì 24 gennaio, hanno scioperato si incentrano su tre temi principali: Salari, difesa dei diritti dei lavoratori e sicurezza per tutti lavoratori e utenza.
Si punta l’attenzione sulle privatizzazioni che stanno via via smantellando quello che è il servizio pubblico locale, lasciando nelle mani di multinazionali anche straniere la garanzia di un servizio pubblico con la prevedibile conseguenza che a farne le spese saranno i passeggeri, spesso pendolari o comunque appartenenti alle fasce popolari, in particolare si pensi alle periferie delle grandi città che già soffrono di carenza di collegamenti adeguati.
“Si è trattato di uno sciopero di civiltà” – ha affermato ieri Antonio Amoroso segretario nazionale Cub Ttasporti – “a fronte di un Ministro, Matteo Salvini, che già in precedenza aveva revocato delle mobilitazioni dei lavoratori o le aveva ridotte ricorrendo alla precettazione applicando fasce di garanzia in alcune città.
“L’impossibilità per i lavoratori di esercitare un diritto garantito dalla Costituzione è inaccettabile – prosegue Amoroso – tanto più andando a travalicare quanto sancito dalla Legge 146, tra l’altro la peggiore in Europa in merito al diritto di sciopero.
“Quando recentemente ci siamo seduti al tavolo del Ministero dei Trasporti con le associazioni datoriali, queste si sono rifiutate di dialogare con noi e trovare delle soluzioni alle gravi problematiche che abbiamo esposto ma il Ministro Salvini ha pensato bene di lasciare le cose come stavano, senza richiamarli a un confronto più che necessario vista la situazione del settore e le proteste dei lavoratori che tentano di far arrivare la propria voce alle istituzioni oltre che alla cittadinanza che subisce gli scioperi ma deve conoscerne le ragioni alla base, a garanzia di un servizio che sta peggiorando nel tempo e non da oggi.”
Per questo l’ennesimo sciopero di mercoledì 24 gennaio, il primo dell’anno per il settore del TPL, per provare a trovare aperture da parte delle istituzioni sia nazionali che locali che si siedono al tavolo solo con le organizzazioni ‘mainstream’ per firmare contratti a perdere e che tolgono diritti ai lavoratori. Per questo la Cub insieme alle altre sigle sindacali di base proseguirà nella lotta per arrivare a un miglioramento generale della situazione.
Lo sciopero di ieri in numeri: Milano 30/40% mezzi di superficie, la sera chiuse le linee 1 e 2 della metropolitana; Roma nel pomeriggio bloccate tutte le linee metropolitane e il collegamento con Viterbo, per Atac i bus fermi sono stati complessivamente il 30%; Bologna 80%; Ferrara 50%; Trento 40%; Torino 68%; Livorno e Piombino 80%; Trieste 70%; Gorizia 50%; Monfalcone 80%; a Napoli la Cumana e la Circumflegrea ferme mentre la linea 1 della metro e la funicolare a singhiozzo; Pesaro e Urbino 30%; Modena 50%; STP Bari e Lecce 70%; Bolzano 50%; Padova linee urbane ed extraurbane 60%; a Firenze nel pomeriggio punte del 70%; Genova con traffico urbano fermo al 35% ed extraurbano al 25%; Brescia oltre il 70%; Palermo circa il 90%
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Ascolta la diretta su Radio Roma “Nel 2023 oltre 1400 scioperi, soprattutto nei trasporti: Perchè così tante proteste?” – Extra – Mercoledì 24 gennaio 2024 – con Antonio Amoroso, segretario nazionale di Cub Trasporti, uno dei principali sindacati di categoria e ha indetto proprio il primo sciopero dell’anno.