L’elenco senza fine e costantemente da aggiornare di lavoratori morti sul luogo di lavoro ci ha portato a proclamare uno stato di agitazione, finalizzato ad uno sciopero nazionale nel nostro settore di Igiene Ambientale. Questo settore lavorativo soffre di questa piaga al pari di altri, ma forse ancora maggiormente per tipologia e frequenza del lavoro principalmente svolto su strada, ambiente assolutamente non protetto e l’uso di macchinari e attrezzature potenzialmente pericolosi.
Fino ad ora, leggi sulla sicurezza o provvedimenti preventivi di qualsiasi tipo non hanno ottenuto significativi risultati nel contrasto al dilagare degli incidenti sul lavoro, e questo perché secondo noi non si vogliono affrontare i nodi che ne sono causa diretta.
E’ necessario eliminare le vere cause all’origine degli incidenti sul lavoro prima di pensare a provvedimenti che ne mitighino gli effetti e noi denunciamo queste cause in modo chiaro e forte.
Le retribuzioni troppo basse spingono i lavoratori ad accettare e spesso a ricercare straordinari e lavoro nel festivo nel tentativo di aumentare lo stipendio, col rischio di ulteriore logoramento fisico e mentale facilmente alla base di incidenti anche mortali. Questa continua, affannosa rincorsa ad un livello salariale che conferisca un minimo di dignità al lavoro, sottrae dignità e sicurezza ai lavoratori, rendendoli vulnerabili a ricatti ed imposizioni a vario titolo e più facilmente protagonisti di incidenti. La retribuzione troppo bassa è premessa certa di incidentalità.
La discontinuità delle carriere lavorative. Difficile trovare e difficile tenersi stretto per una intera vita lavorativa un buon lavoro, qualunque esso sia purché dignitoso. Difficile accumulare 36 o peggio ancora 42 anni di contributi buoni: troppa precarietà, troppa flessibilità che spesso è sinonimo di discontinuità.
E’ più facile terminare la vita lavorativa a 67 anni, con un tot imprecisato e spesso saltuario di cattivo lavoro alle spalle. L’igiene ambientale ben conosce questo fenomeno, certificato dalla presenza di tanti lavoratori precedentemente espulsi da precedenti carriere lavorative. La precarietà è premessa certa di incidentalità.
Nessun riconoscimento dell’usura che molti tipi di lavoro portano a chi lo fa per anni e anni. Le attività usuranti riconosciute dall’Inps per il pensionamento anticipato sono scandalosamente poche e con paletti di ammissione troppo elevati. Sono solo 11 le tipologie di lavoro riconosciute usuranti, che sono niente rapportate alle centinaia di diverse mansioni che dovrebbero averne analogo diritto e con requisiti di accesso per età che variano dai 61 ai 63 anni secondo la mansione e 35 anni minimo di contribuzione. Le categorie di lavoro riconosciute come usuranti vanno ampliate e molto, i requisiti di età e di contribuzione vanno abbassati e molto.
Fare lavori usuranti, magari definiti più allegramente “gravosi come nel caso dei servizi esterni di Igiene Ambientale, per così lunghi periodi di vita e andare in pensione ad età così avanzata è premessa certa di incidentalità.
Esistono troppe deroghe, regolamentate da leggi istituzionali o da accordi nazionali che stravolgono altre leggi, per lo più europee, originariamente scritte per tutelare la sicurezza sul lavoro.
Tali deroghe tutte italiane sono contrarie alla sicurezza sul lavoro e non dovrebbero esistere. La direttiva europea CE/93/104 all’articolo 5 della Sezione II prevede che “ogni lavoratore ha diritto per ogni periodo di 7 giorni di lavoro, di un periodo minimo di riposo ininterrotto di 24 ore”, il che vuol dire dopo sei giorni di lavoro uno di riposo.
In Italia con il Decreto Legislativo 66/03 si è recepita questa legge europea ma con l’introduzione della deroga “Il suddetto periodo di riposo consecutivo è calcolato come media in un periodo non superiore a quattordici giorni” il che vuol dire stravolgere il dettato legislativo originario, rendendo di fatto la festività domenicale pari ad un qualunque giorno feriale e costringendo i lavoratori ad effettuare anche 9 giorni di lavoro continuato prima del riposo.
Il decreto europeo il CE/ 561/2006 “periodi di guida, interruzioni e riposo per i conducenti di mezzi pesanti” successivamente inserito nel nostro Codice Stradale, stabilisce un tempo di riposo settimanale di 45 ore consecutive ed un orario di guida giornaliero di massimo 9 ore superabile a 10 non più di due volte la settimana. Anche in questo caso in Italia c’è stato l’intervento con decreto del ministero dei trasporti 20 Giugno 2007 che esonera da tali obblighi gli autisti dell’Igiene Ambientale e di altre categorie lavorative ritenute essenziali. E così i nostri autisti sono autorizzati e spesso pressantemente invitati a fare i doppi turni giornalieri e alla non osservanza del riposo nel festivo. Ma lo stress e la fatica di guida di un autista di nettezza urbana è uguale a quello degli altri autisti, forse maggiore visto gli spazi ristretti e spesso pericolosi in cui si muovono e non è che lavorare in un contesto di servizio essenziale magicamente protegga dagli incidenti. Di più: qualsiasi mezzo aziendale grande o piccolo che sia, deve avere in obbligo una polizza assicurativa kasko, a maggior tutela di chi guida e dell’azienda. L’Italia è farcita di eccezioni e distinguo in ogni ambito, lavorativo e non solo, ma quando le deroghe modificano leggi pensate per la prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori, sono premessa certa di incidentalità.
Abbiamo un’ottima legge sulla sicurezza, ma per motivi di profitto e di urgenza spesso tale legge
non viene osservata. Chi dovrebbe applicarla non lo fa e chi dovrebbe controllare non fa sufficienti
controlli. Stessa cosa per gli appalti, che sono regolamentati ma non controllati. Ci si limita a
controlli formali sulla regolarità delle procedure, ma non si va a fondo sulla sostanza dell’applicazione
pratica di quanto messo nero su bianco. Nel CCNL di Igiene Ambientale è previsto il divieto di appalto
ad altre aziende che non applicano il medesimo contratto: di fatto questo non avviene. Regole sulla
sicurezza non rispettate e appalti perfetti nella forma documentale ma non su quella sostanziale
dell’organizzazione pratica del lavoro anche successiva all’aggiudicazione, sono tumori per il mondo
lavorativo da estirpare. Oltre a controlli da fare prima, occorrono controlli da fare durante e dopo, con
obblighi serrati. Occorre rafforzare la figura del RLSSA nei numeri e nei poteri, con mansione esclusiva
e non residuale rispetto alla sua normale attività di lavoro: cioè l’RLSSA nel periodo del proprio mandato
deve assolvere esclusivamente i compiti per cui è stato eletto, a tempo pieno e venendo retribuito per
tale specifica mansione. La mancanza di cultura della legalità e sicurezza, sostituita da quella del
risparmio e del guadagno è premessa certa di incidentalità.
L’imposizione di elevati ritmi di lavoro e di pressioni esercitate sui lavoratori: produttività, flessibilità, competitività, costo del lavoro, sono tutti termini coniugati all’eccessivo ritmo di lavoro che porta il lavoratore a correre a testa bassa, a volte senza pensare alle conseguenze. Si aggiunga la precarietà del lavoro e della mansione e la pressione ed il ricatto derivante dalla minaccia di essere sostituito, o ulteriormente vessato su mansioni, orari, avanzamenti di carriera, con obblighi sui festivi, notturni e reperibilità: tutte fonti di continuo logoramento fisico e mentale; uno stress che rema contro la sicurezza sul lavoro. Gli elevati ritmi di lavoro e le indebite e continue pressioni sui lavoratori sono premessa certa di incidentalità.
Tutto ciò è noto a tutti ma nessuno denuncia e chi ha il potere di decidere fa finta di non vedere per calcolo o per ipocrisia. Le cose non accadono da sole: dietro ci sono decisioni e scelte sbagliate, ci sono nomi e cognomi.
Ora è compito di lavoratori e lavoratrici dire basta: basta decisioni prese sulla nostra pelle, basta storture
economiche e legislative, basta contratti capestro, fermiamo i morti sul lavoro e l’unica arma a nostra
disposizione è il blocco del lavoro.
Partecipiamo e sosteniamo lo sciopero nazionale dell’Igiene Ambientale
proclamato da Cobas Lavoro Privato, ADL Cobas e CUB
di VENERDÌ 24 NOVEMBRE 2023