Stiamo assistendo alle ennesime manovre fatte all’interno del porto spezzino, dove vengono intraprese discutibili iniziative di strategia aziendale e dove, chi si vanta di
sedersi a tutti i tavoli di trattativa, assiste inerme alle direttive imposte senza prendere nessuna posizione o quanto meno discuterne con i lavoratori nelle assemblee, a cui gli stessi avrebbero diritto e che sono perennemente accantonate all’interno dello scalo.
Vogliamo per questo fare alcune considerazioni sulle dinamiche che si stanno determinando nel periodo attuale. In primo luogo bisogna fare una riflessione sul
cosiddetto “scivolo” alla pensione, che sicuramente a prima vista può essere considerato un punto positivo messo in atto dall’azienda ma che, al momento, ci lascia
non poche perplessità sulle modalità scelte per l’attuazione della L.223/91.
Altra questione in ballo è quella legata al cambiamento di turnazione in officina, presa di posizione decisa dall’azienda che, come sappiamo, può tranquillamente arrogarsi il diritto di cambiare a proprio piacimento gli orari di lavoro, anche grazie alla sottoscrizione di questo punto all’interno dei “vantaggiosissimi” CCNL che si rivelano
ancora una volta solo boomerang nei confronti dei lavoratori, che vengono messi costantemente a perdere non solo nelle parti economiche ma sempre più spesso anche
su quelle normative, proprio come in questo caso.
Ultimo punto, non certo per ordine di importanza, è la questione della mansione di “rallista” che LSCT ha deciso di ripristinare per i propri dipendenti, adesso per quanto riguarda anche il carosello interno della movimentazione dei container e non più esclusivamente nelle MV.
Ci sono alcuni aspetti fondamentali che non ci risultano limpidi e su cui sarebbe opportuno fare quantomeno chiarezza:
Il primo è legato al fatto che questa specifica attività è sempre stata esclusiva di ditte terze, con le quali sono stati sottoscritti contratti in appalto. Ragione questa che inevitabilmente ci porta a porci delle domande relative sul reale motivo in atto per un così improvviso rispolvero di tale mansione per i dipendenti di LSCT, soprattutto chiedendoci quale sia l’effettiva prospettiva futura su questa attività operativa.
Il secondo aspetto è legato alla questione assicurativa. Dato che ci risulta che la maggioranza delle ralle sia di proprietà di Hannibal e che LSCT abbia acquistato solo un
numero non cospicuo di questi mezzi operativi, ci chiediamo se siano presenti le dovute garanzie assicurative per gli operatori che dovrebbero utilizzare questi trattori nel caso in cui debba sorgere la necessità di utilizzo di quelli di proprietà di un’altra azienda anche perché, non essendo stato comunicato ufficialmente il numero di dipendenti che dovrà essere formato alla nuova mansione, non possiamo aver chiaro neppure la conseguente coincidenza con l’effettiva disponibilità del parco mezzi in essere.
Il terzo e ultimo punto è proprio la modalità di selezione dei lavoratori che dovranno acquisire questa mansione. Sicuramente diamo sempre per scontato che la priorità sia
rivolta ai volontari ma ciò che ci preoccupa realmente è che tale scelta possa ricadere verso chi, dopo trenta o più anni di lavoro sulle gru e altre mansioni altrettanto
“logoranti”, magari anche con l’impellenza di attingere ad attività defaticanti, improvvisamente si vede catapultato su una mansione, come quella appunto del rallista, che senza dubbio alcuno è tutto fuorché defaticante.
Queste sono le tematiche che andrebbero affrontate da chi ai “tavoli” ha accesso e che soprattutto dovrebbero essere portate a conoscenza di tutti i lavoratori con estrema
chiarezza, cosa che invece viene puntualmente messa in evidenza da chi, probabilmente perché troppo scomodo, da questi famosi tavoli è volutamente estromesso!
CUB Trasporti La Spezia
La Spezia 04/03/2024
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