Articolo a cura della Redazione futurasocieta.com
Con Delio Fantasia, licenziato politico di Stellantis, facciamo il punto della situazione sulla pesante crisi industriale che sta accusando il settore automotive in Italia e le ripercussioni sugli assetti occupazionali. Prima, però, come sta andando il tuo ricorso per la reintegra in fabbrica?
Ovviamente dopo il mio licenziamento ho presentato ricorso al Tribunale di Cassino, sia per il licenziamento individuale che per la condotta antisindacale dell’azienda. Le prime udienze sono già iniziate, ma sappiamo che il percorso sarà lungo e incerto. Fino alla Cassazione. Io so di stare dalla parte della ragione, ma non sempre la ragione trova riscontro nella verità giudiziaria, anche nel settore del Diritto del Lavoro.
Quali sono le ragioni addotte da Stellantis per il tuo licenziamento?
Il mio licenziamento è stato oggettivamente diverso da tutti gli altri licenziamenti individuali. La solidarietà e le iniziative spontanee in seguito al mio licenziamento hanno prescisso dal motivo tecnico che si riscontra in ogni lettera di licenziamento. Nessuno ha chiesto il motivo del mio licenziamento, perché dopo trentasei anni di lotta in fabbrica senza un solo provvedimento disciplinare pendente, è ovvio che trattasi di un licenziamento politico sindacale. Del resto, l’ultimo anno di attività sindacale in fabbrica è stato molto conflittuale: siamo stati noi della FLMU CUB a dettare l’agenda politica delle iniziative in fabbrica, siamo stati noi a proclamare gli scioperi per tutti i sabati lavorativi obbligatori, siamo stai noi a egemonizzare le assemblee sindacali in fabbrica e far approvare le nostre mozioni dai lavoratori, siamo stati noi i primi a porre la questione degli operai dell’indotto e a manifestare davanti i cancelli. Nel contempo venivamo accusati, pensate un po’, di essere “allarmisti”. Fino a pochi mesi fa. Potrei continuare, ma è chiaro che licenziare una delle punte più avanzate di queste lotte, è stato un grande affare per Stellantis. Questi sono i veri motivi. Trovare un pretesto per licenziare un operaio, poi, è la cosa più facile del mondo.
In Italia per anni hanno ridotto gli organici espellendo prima di tutti i delegati e i lavoratori piu’ combattivi. E’ stata una repressione preventiva che ha messo in ginocchio le avanguardie di fabbrica e oggi che la produzione è ridotta ai minimi termini è senza dubbio difficile la ripresa della conflittualità. Tu come la vedi?
Subito dopo il mio licenziamento c’è stato quello di Francesca, operaia della Stellantis di Atessa, anch’essa, guarda caso, esponente di un sindacato extraconfederale. Oltre, ovviamente, a tutti gli altri licenziamenti politici che ogni giorno colpiscono decine di avanguardie. In entrambi i casi, il mio e quello di Francesca, però, non v’è stato alcun arretramento dei conflitti sui luoghi di lavoro. Anzi, almeno nel mio caso, l’impegno è triplicato, non foss’altro che per l’aumento di tempo a disposizione da dedicare alla lotta.
Qual è la condizione di vita e di lavoro dentro Stellantis?
In trentasei anni di Fiat/Fca/Stellantis non ho mai visto un simile arretramento delle condizioni materiali degli operai all’interno della fabbrica. Quei pochi operai rimasti in fabbrica, 2.600 unità, lavorano a livello di schiavismo. E in questa situazione anche le norme di sicurezza sono quasi tutte saltate. Per stare nei ritmi, nei tempi e nei carichi di lavoro, sei obbligato a ignorare talune norme per le quali si è stati formati. Nello schema qui sotto, fonti ufficiali della società, è più chiaro il quadro della situazione.

Gli ultimi dati certificano il disastro del management della Stellantis. Un disastro voluto o subito? E’ questo che dovremmo chiederci tutti. Ovvero, c’è il chiaro disimpegno e volontà di smantellamento degli stabilimenti in Italia o è tutta colpa del mercato?
E voi che risposta vi siete dati?
A leggere gli ultimi dati produttivi è chiaro che Stellantis vuole chiudere tutti gli stabilimenti in Italia, o ridimensionarli per il solo mercato interno. Una “quasi” chiusura.
Il 18 ottobre è previsto uno sciopero nazionale dell’automotive, vuoi parlarcene?
L’ultimo sciopero nazionale del gruppo Fiat/Fca/Stellantis risale a 13 anni fa, e se siamo in queste condizioni è anche perché abbiamo lasciato fare al padrone, gli abbiamo concesso tutta la possibile discrezionalità, per essere più franchi, abbiamo lasciato che Stellantis facesse come cazzo gli pare. Seppur tardivo, questo sciopero può essere importante soltanto se fin da subito ci poniamo cosa fare dal 19 ottobre, dal giorno dopo. Perchè se tutta l’iniziativa di lotta inizia e si esaurisce in un giorno, vorrà dire che abbiamo perso tempo. Secondo noi della Flmu-Cub ci sono ancora gli spazi e i tempi per arginare le velleità padronali e costringere la controparte e il governo a provvedere alla ricollocazione dei dipendenti Stellantis, dell’indotto, della componentistica, delle società dei servizi e delle aziende terziarizzate.
Sarà uno sciopero unitario?
Anche la FLMU-CUB ha proclamato lo sciopero per il 18 marzo per tutta la giornata, perché per noi l’unità dei lavoratori è un valore che deve essere preservato. Sempre. Quello del 18 è uno sciopero proclamato da tutte le organizzazioni sindacali, ma paradossalmente non sarà uno sciopero unitario. Quella che manca è una piattaforma sindacale unitaria che possa dare un senso concreto a una lotta sindacale unitaria. Perchè stiamo scioperando? Cosa stiamo chiedendo? Su quale mandato? Quali assemblee sindacali hanno approvato la piattaforma? Noi abbiamo le idee chiare e le abbiamo espresse in fase di proclamazione dello sciopero. Da ora si gioca a carte scoperte!
Sullo sciopero del 18 ottobre:
–Radio Onda d’Urto, 18 ottobre 2024
–Ansa, 1 ottobre 2024
–Quotidiano.net, 1 ottobre 2024
–La Sicilia, 1 ottobre 2024
–Nuovecronache.com, 1 ottobre 2024
–Notizie.Tiscali.it, 1 ottobre 2024
–Zazoom.it, 1 ottobre 2024
–La Gazzetta di Mantova, 1 ottobre 2024
–Il Resto del Carlino, 1 ottobre 2024
–La Nazione, 1 ottobre 2024
–Brescia Oggi, 1 ottobre 2024
–Il Corriere del Mezzogiorno, 1 ottobre 2024
–Il Giornale di Vicenza, 1 ottobre 2024
–Italia24, 1 ottobre 2024
–L’Arena, 1 ottobre 2024
–Venti4Ore, 1 ottobre 2024