Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

ITA: Hamebus Lufthansa, decolla la privatizzazione tedesca

Nei cieli si corona, con la benedizione della Commissione Concorrenza della UE, l’ingresso di Lufthansa nel capitale di ITA, la nano-Compagnia pubblica italiana, sorta dalle ceneri di Alitalia.

Inizialmente LH sarà un partner di minoranza in ITA ma la prospettiva del MEF è di sbarazzarsi della sua proprietà, al più mantenendone una piccola partecipazione.

Dunque, parte un nuovo progetto di privatizzazione, dopo la fallimentare esperienza di Cai e la grottesca parentesi del cavaliere bianco emiratino: non è scontato che al decollo succederà una navigazione tranquilla, vista la situazione economica e politica in Europa.

Oggi, comunque, sono in tanti a brindare per la cessione del controllo delle “connessioni” da/per l’Italia ad un vettore concorrente, ovvero ad una azienda strategica della filiera industriale tedesca, da sempre in competizione con quella italiana sia nel trasporto aereo che nel settore manifatturiero ed in altri ambiti.

Certo è che anche questa vicenda la dice lunga sulla lungimiranza e capacità dell’intera classe politica,  manageriale e sindacale del nostro Paese: tutti a felicitarsi ma, in buona sostanza, trattasi di un altro pezzo di industria che l’Italia passa di mano, provando a far credere che sia il modo per tutelare gli interessi dei contribuenti, dei cittadini e dei lavoratori.

C’è solo da augurarsi che non finisca come è stato con i “patrioti” che, in nome dell’italianità, passarono prima di subito la cloche di Alitalia ai francesi o con l’ingresso nella Compagnia di Bandiera italiana di Etihad, determinando uno dei fallimenti più veloci dell’aeronautica civile.

Certo è che a plaudire sono gli stessi che si spellarono le mani nelle precedenti disastrose esperienze: Governo (…cambiano i colori ma i vizi restano identici!), imprenditori e sindacalisti main-stream: ovvero coloro che in 25 anni hanno finto di non vedere-non sapere-non capire che la Compagnia di Bandiera italiana è passata dalla possibilità, economica ed industriale, di comprare Luthansa, a rincorrerla con il cappello in mano, pur di convincerla a “salvarci” (sic!). Solo per questo, dovrebbero avere almeno la compiacenza di stare in silenzio!

Diverse sono le questioni che restano da affrontare, oggi più che mai, oltre ad una urgente presentazione del Piano industriale e delle ricadute anche su Fco, Lin e gli altri aeroporti:

  1. è necessario estendere immediatamente la cigs per i lavoratori AZ dato che è inaccettabile che il 31.10.2024 vengano licenziati 2300 lavoratori, con esperienza e professionalità indiscusse, mentre si parla di piani sviluppo che prevedono addirittura di riesumare il logo Alitalia;
  • è fondamentale che le assunzioni in ITA avvengano nella più totale trasparenza ed equità, tutt’altro che su base clientelare, se non addirittura familistica.

Il Presidente Turicchi (…chissà se resterà ancora per molto!), se sostiene irresponsabilmente che i lavoratori “debbono puntare sul lavoro e non sul fare le cause”, lo fa solo per provare a nascondere cosa è successo sia al personale AZ che è stato imbarcato in ITA fin dall’inizio, subendo draconiani tagli salariali e un pesante peggioramento normativo (…grazie alle firme-e-firmette dei soliti noti), sia a coloro che sono stati lasciati in Alitalia, costretti a rivolgersi al Tribunale per avere ragione di un torto inaccettabile.

Non pare proprio il caso che il management di ITA, come quello Alitalia (…sono molti i “geni” che sono traghettati!), abbia le minime giustificazioni per manifestare tanta spocchia ed arroganza: possono stare sicuri che, sia la battaglia legale, fino ad arrivare alla Corte di Giustizia UE, sia quella sindacale continueranno fino a quando non si realizzerà la piena occupazione dei colleghi AZ, come promesso da più parti e non saranno ripristinati salari e diritti per coloro che saranno assunti.

4.7.2024                                                                                  Cub Trasporti

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.