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La Spezia: una crisi annunciata

La CUB ha sempre manifestato contro le politiche messe in campo negli ultimi anni, comprese quelle del recente governo, avvertendo in modo assiduo che si sarebbe andati a sbattere inevitabilmente contro un muro e che ne avrebbero pagato presto le dirette conseguenze proprio i lavoratori. Oggi si verifica quanto il sindacato di base aveva pronosticato e che si sta lentamente concretizzando, nel caso dei trasporti marittimi è un dato di fatto che sulle banchine del porto de La Spezia sono ormai mesi che si assiste al montare di una crisi di traffici sempre più intensa, uno stallo che si sta verificando anche a livello internazionale, dovuto prima direttamente alle sanzioni, al conflitto bellico e a tutto ciò che a esso è collegato, poi indirettamente alle probabili manovre economiche che si configurano spesso dietro questi catastrofici avvenimenti, da parte di chi sa bene come sfruttarli a proprio vantaggio

Cub Trasporti La Spezia evidenzia quanto appreso dai comunicati usciti in questi ultimi giorni, in cui emerge che l’azienda che LSCT ha richiamato al tavolo le tre sigle confederali per discutere dei provvedimenti che intende utilizzare al fine di evitare gli ammortizzatori sociali.
Come era lecito prevedere – comunica il sindacato di base spezzino – anche in questo caso, le disposizioni che sono state avanzate sono un netto attacco ai lavoratori, attraverso un aumento degli strumenti di flessibilità, una gestione più oculata dello straordinario e la richiesta di parte delle ferie, il tutto al fine di esigere un pezzo di salario come primo rifugio di difesa da parte aziendale. Non si può negare che la situazione geopolitica ed economica è totalmente instabile, il calo dei traffici deriva anche da una relativa diminuzione della produzione internazionale, ma non possiamo accettare che tutto questo lo debbano pagare in primis i lavoratori, specialmente perché lo scalo spezzino arriva da un trend di anni da ‘record di movimentazioni’ e giungere a scelte così drastiche ci sembra una vera e propria forzatura che potrebbe poi assumere, nel caso di prolungamento del momento negativo, anche caratteri strutturali sui quali un domani potrebbe essere difficile ritrattare nelle future fasi di ricontrattazione. Prendere accordi senza ponderare bene le dinamiche che ci circondano è sempre un azzardo che pagano i lavoratori, ne è un esempio plateale l’ultimo contratto integrativo siglato da CGIL, CISL e UIL, con il quale si è deciso di convertire parte del premio produzione in buoni pasto, legandolo anche alle giornate di presenza, questo, alla luce della crisi odierna, con certezza andrà a intaccare il reddito dei dipendenti.
Per tali motivazioni siamo in netto contrasto con quanto è stato proposto, ritenendo inoltre che accettare queste condizioni senza avere nessuna previsione sul futuro e privi di minime garanzie, è senza alcun dubbio una scelta totalmente sbagliata e rischiosa.

CUB Trasporti La Spezia, 15/02/2023

Leggi l’articolo Porto, Cub trasporti: “Le crisi le pagano sempre i lavoratori”, in Città della Spezia, 15 febbraio 2023

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