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La strage quotidiana dei morti sul lavoro

C’è una emergenza nel nostro Paese che non può essere più ignorata: la strage di morti sul lavoro e di lavoro
 

Riportiamo di seguito alcuni dati forniti dall’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna. Dall’inizio dell’anno al 19 ottobre sono morti 1242 lavoratori complessivi, 635 di questi sui luoghi di lavoro, i rimanenti in itinere e sulle strade. In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno. L’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro è stato costituito il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere. 144 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022. Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91. I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana. Anche il 22 ottobre scorso il giorno in cui si è tenuta a Roma una manifestazione dei sindacati CGIL/CISL/UIL per la “SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO” ci sono stati ben 4 morti sui luoghi di lavoro. Nel volantino della manifestazione tali sindacati scrivono di 600 morti sul lavoro dimostrando vergognosamente di ignorare i dati reali. I sindacati CGIL/CISL/UIL poi dimenticano che con il loro tacito assenso nel corso degli ultimi venti anni hanno consentito una pericolosa e scellerata precarizzazione del lavoro oltre ad una ingiustificata e insensata depenalizzazione delle sanzioni previste dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Siamo di fronte a un sistema economico finalizzato esclusivamente al profitto, fino al punto di considerare chi lavora un numero, un ingranaggio, un costo. Le cosiddette “morti bianche” in realtà dovrebbero essere definite “omicidi sul lavoro” perché impunemente da troppo tempo non vengono previsti i provvedimenti necessari a garantire luoghi di lavoro sicuri e una vita dignitosa a chi lavora, prevedendo un salario equiparato al costo della vita. Respingiamo un sistema economico votato al profitto che riduce gli esseri umani a numeri, soltanto numeri. Si allega comunicato del 28 giugno 2022.

24 ottobre 2022 CUB Pubblico Impiego INPS

 

(Si allega comunicato del 28 giugno 2022)

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