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L’impegno di Cub Sanità nei territori

CUB Sanità, fin da subito dopo la pandemia, si è associata in Italia a un lungo elenco di Associazioni di Parenti di ammalati, ricoverati e utenti, superando con grande impegno ogni differenza e diffidenza tra chi vorrebbe o ha il compito di rappresentare e tutelare da una parte i lavoratori e dall’altra i cittadini ricoverati e i loro parenti, con l’obiettivo di dar voce a chi nelle RSA, nelle RSD e strutture similari vive, lavora, le frequenta e, in qualità di cittadino, lavoratore e utente o ammalato paga le tasse.
CUB SANITA’ non intende esprimere facili giudizi su chi Azienda del Settore opera nel medesimo in modo più o meno VIRTUOSO,  o di chi ATS, già ridotta ai minimi termini dai tagli alla Sanità Pubblica, non è in grado di effettuare vere azioni di verifica e valutazione nelle RSA e RSD

CUB Sanità ha ben chiaro che la sola vera responsabilità che grava sullo stato di salute del Settore Socio-Sanitario, Educativo-Assistenziale è da attribuirsi negli anni alla Politica, che ha privatizzato e investito sempre meno risorse viceversa necessarie in questo campo. CUB Sanità coglie quindi la occasione per ribadire e chiedere che venga ascoltata e accolta la propria piattaforma di richieste:

  • Criteri nazionali che rispondendo alle effettive esigenze sanitarie e assistenziali aumentino il numero di Operatori addetti all’assistenza e di figure professionali                    effettivamente in turno giorno per giorno, turno per turno;
  • Abolizione del cosiddetto criterio del “minutaggio”, maggiore trasparenza e maggiore umanizzazione delle cure;
  • Introduzione di metodi e criteri di valutazione, sorveglianza e sanzionatori, rispetto alla concreta e veritiera adeguatezza del Servizio reso, ben diversi dagli attuali, per tramite ad esempio di Visite Ispettive improvvise e non preannunciate, che non si limitino a verificare le carte, ma ispezionino i Reparti, nucleo per nucleo, turno per turno, valutando la concreta e adeguata presenza di Operatori non in potenziale organico ma in turno, rispetto al numero e alla qualità psico-fisica degli ammalati loro affidati, verificando inoltre l’adeguatezza e la funzionalità degli Strumenti di lavoro, posti a tutela della salute e sicurezza di Ospiti e Operatori;
  • Che le RSA e le altre Residenze analoghe, poiché sono luoghi di cura e di ricovero di persone ammalate affette da pluripatologie, devono, superando il concetto di cronicità, rientrare a tutti gli effetti nel Sistema Sanitario Nazionale, con costi complessivi posti a carico della Fiscalità collettiva e non dei singoli cittadini ricoverati o loro parenti, garantendo infine anche un contratto di lavoro, a favore degli Operatori di Settore analogo a quello adottato dal SSNN;
  • Obbligo per le Aziende che gestiscono le RSA e RSD e similari di promuovere e favorire la presenza obbligatoria di Associazioni di Comitati dei Parenti che devono avere peso e voce nelle scelte;
  • Obbligo in capo allo Stato di istituire Commissioni di Vigilanza locali e nazionali che prevedano e garantiscano la presenza di Associazioni di tutela dei diritti dei malati/utenti, indipendenti e con potere e diritto di controllo vincolante sugli aspetti strutturali, organizzativi e sulle condizioni del lavoro;
  • Diritto di accesso al LUL a favore delle Associazioni Parenti e Sindacali, per verificare nel pieno rispetto dell’obbligo della trasparenza, pubblicità e diffusione ai sensi della Legge 241/90 e del Decreto 33/2013 per come modificato dal Decreto Lgs. 97/2016, la presenza effettiva del personale quotidianamente in servizio attivo, per quantità, qualifica, livello;
  • La possibilità per le Associazioni sindacali di accedere ai capitolati di appalto a garanzia del pieno rispetto degli stessi e del servizio.

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