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‘Scippo’ del TFR

Continua la rapina nel mondo del lavoro: ora lo scippo del TFR

Secondo le banche, i fondi finanziari e i vari governi, discepoli delle politiche liberistiche, che si sono succeduti dagli ’90 del precedente secolo a oggi, per assicurare il futuro pensionistico delle giovani generazioni occorre fregare loro anche il TFR (trattamento di fine rapporto di lavoro)

Ne deriva, perciò, che il futuro dei poveri giovani non è minacciato dal fatto che, ad esempio, nel 2021, 360.000 lavoratori tra i 20 e i 29 anni guadagnavano meno di 10.591 euro l’anno, circa 876 euro al mese (fonte – Staglianò – Hanno vinto i ricchi – pagg.34/35) o perché c’é un tasso di occupazione giovanile fermo al Sud al 33,1%, contro il 47,3% al Centro e il 53,4% al Nord, nonché un consistente differenziale di genere, con un tasso di occupazione femminile (15-34 anni) del 38,6%, a fronte del 51% per quello maschile (fonte-agenziagioventu.gov.it) o dal fatto che il part-time involontario è imperante, fino ad arrivare a sette casi su dieci nei settori della logistica e della grande distribuzione.

Secondo lor signori, non è in quell’ambito che si deve intervenire. E’ necessario, invece, rilanciare la campagna dell’esproprio del TFR, iniziata nel lontano 2006 che, purtroppo per le banche, assicurazioni, e via dicendo, non ha avuto il consenso auspicato. Tempestivo il sottosegretario leghista Durigon ha rilanciato l’idea di una nuova apertura di una finestra temporale di sei mesi di silenzio-assenso, al suo fianco si è schierata la ministra Calderone che, intervenendo al Meeting di Rimini di CL, si è dichiarata favorevole all’ipotesi della riapertura, perché, con materna sensibilità, teme che la pensione integrativa non sia stata spiegata bene, in particolare alle giovani generazioni. Chi scrive pensa, invece, che i giovani abbiano ben capito e per questo i soldi ai fondi, quindi alle banche, non li vogliano dare e pensano che il semestre serva per togliere loro un’altra quota di salario, magari con la complicità di sindacati compiacenti.

Come precisa Beppe Scienza: “In Italia nel privato non esistono soluzioni previdenziali o sono inaffidabili. I fondi pensione solo in misura irrilevante sono strumenti previdenziali. Al massimo si tratta di strumenti per accantonare capitale che ad un certo punto della vita verrà riscattato, senza dare luogo, come la pensione, a una rendita vitalizia. Per definirsi previdenziale, uno strumento dovrebbe essere calibrato in modo da garantire una rendita vita natural durante, sia che si abbia una aspettativa di vita di due anni che di trenta, garantita in potere d’acquisto.
Parlo di Tfr da tanti anni: uno strumento disprezzato e frainteso perché sostanzialmente non fa guadagnare nessuno tra banche, assicurazioni o sindacati. Ai lavoratori invece fa solo del bene come forma di risparmio previdenziale, come anche alle aziende sotto i 50 dipendenti come forma di finanziamento a condizioni favorevoli, non facilmente reperibili altrove”. (Intervista di Floriana Liumi del 31-7-2019 su Idealista/news). E allora, avanti con le azioni di lotta contro lo scippo ! Ecco un altro motivo per partecipare allo SCIOPERO GENERALE di VENERDÌ 29 NOVEMBRE 24 ORE.

Comunicato Cub pensionati

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