Dopo 340 giorni di bombardamenti indiscriminati anche sulle zone cosiddette sicure, su 11.500 palestinesi in età scolare uccisi, 19.000 orfani, la distruzione dell’ottantotto per cento dei pozzi, il100% degli impianti di desalinizzazione, 122 scuole, 610 moschee, tre chiese, 80mila case (dati Oxfam e Onu – fonte Il Manifesto del 12.9.2024), il Governo italiano, anziché interrogarsi sulla colpevole insussistenza della propria azione politica nello scenario internazionale, non trova di meglio, attraverso il suo ineffabile Ministro dell’Interno, di pensare di proibire la manifestazione nazionale, proposta dai giovani Palestinesi, per il 5 ottobre a Roma.
La CUB ritiene che tale decisione, qualora dovesse essere confermata, sia inaccettabile: la libertà di manifestare, la solidarietà, la ricerca delle strade della pace non sono valori che possono essere messi in discussione da qualsiasi burocrate, sia esso anche il Ministro dell’Interno.
Questa decisione (per ora non comunicata ufficialmente) sarebbe inaccettabile anche se è in continuità con quella di continuare a fornire le armi, non condannare apertamente il comportamento genocida dell’esercito e del governo israeliano, non riconoscere la Palestina come Stato, a differenza di altri paesi europei come Spagna o Norvegia.
Invitiamo, perciò, tutte le forze sociali, politiche e tutte quelle cittadine e quei cittadini a mobilitarsi per organizzare una risposta democratica ed efficace che impedisca l’ennesimo tentativo di privazione dell’esercizio delle libertà democratiche di chi non si rassegna ad assistere inerme allo sterminio del Popolo Palestinese e a manifestare per il raggiungimento del cessate il fuoco.
Testo comunicato, 13 settembre 2024
Per la CUB Nazionale
Segretario Nazionale CUB
Marcelo Amendola
13.09.2024
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