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Sentenza “vergognosa” per la morte di Luana, operaia pratese

Il 3 maggio 2021, moriva a Montemurlo (Prato) una giovane operaia, Luana D’Orazio, in un terribile infortunio sul lavoro provocato dalla manomissione del sistema automatico di sicurezza

Questa morte sul lavoro suscitò una grande emozione in tutta Italia, per le cause inaccettabili in cui si verificò e per la giovane età della lavoratrice, madre di un bambino in tenera età rimasto orfano.
In questi giorni con la sentenza emessa dal Tribunale di Prato, a parere del nostro sindacato, è stata commessa una seconda ingiustizia per l’effetto del patteggiamento tra  la Procura e i difensori dei due responsabili (dichiarati) di quello che si configura come ‘omicidio’: la titolare della ditta è stata condannata a due anni e il marito a un anno e mezzo, entrambi con la condizionale per cui, in base all’ordinamento vigente, non sconteranno alcuna pena carceraria.

A emergere sono poi altri particolari: la Procura ha posto una sola condizione alla condivisione del patteggiamento ossia che il risarcimento di 1 milione di euro sia effettivamente versato. Una decisione che in sostanza fà prevalere la monetizzazione della giustizia, per di più resa possibile da una “opportuna” assicurazione. La Procura inoltre si era cautelata con la necessaria perizia, che ha “verificato” che le barriere di sicurezza erano state disattivate “non per aumentare i profitti, ma per alleggerire l’attività degli operai”!

La CUB denuncia che dopo l’’omicidio sul lavoro’ e il dolore a esso conseguente purtroppo ci si sarebbe attesi una punizione diversa i colpevoli, anche a difesa della dignità di quanti quotidianamente rischiano la vita sul lavoro e dei loro famigliari.

La CUB si attiverà quindi perché questa sentenza ‘vergognosa’ venga impugnata

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