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Settore aereo-aeroportuale e indotto non possono più aspettare

Dopo i presidi, gli scioperi e le promesse di interessamento ricevuti da parte delle istituzioni (Ministero del lavoro e delle Finanze in primis), i lavoratori dell’intero comparto aereo-aeroportuale e indotto non hanno ricevuto alcuna risposta in merito alle urgenti questioni sottoposte all’attenzione del governo

Entro venerdì 17 marzo si attendevano chiarimenti riguardo la revoca del taglio agli ammortizzatori sociali, aperture politiche rispetto alla non trasparenza nelle procedure di assunzione utilizzate da Ita Airways, che sta lasciando fuori dalle selezioni i lavoratori di Alitalia non assunti nella nuova compagnia di bandiera, si attendono risposte urgenti anche sulle richieste di Inps di restituzione degli ammortizzatori percepiti da lavoratori ingiustamente licenziati come da sentenza già passata in giudicato. Infine il capitolo dei rinnovi contrattuali, con il settore di terra che dal 2017 non vede rinnovato il CCNL dell’handling aeroportuale, a favore di Swissport che, dopo aver ereditato le attività di scalo e di pista da Alitalia, non applica il suddetto contratto di settore e riesce ad avere un costo del lavoro più basso, innescando un pericoloso fenomeno di dumping salariale a scapito dei lavoratori, già strangolati dall’aumento dell’inflazione.

Tra dieci giorni, il 31 marzo, partirà l’erogazione degli ammortizzatori sociali per il 2023, quindi il governo ha tempi stretti per eventualmente intervenire con un decreto che normalizzi le cose in base alle richieste dei lavoratori, se così non fosse si prevede che le proteste proseguiranno a oltranza.

Giovedì 23 marzo si terrà un presidio dei lavoratori davanti al Ministero del Lavoro, in via Fornovo nei pressi del Tribunale del Lavoro di Roma. 


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