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Giornata per le vittime del Covid

Sabato 18 marzo si è celebrata in tutta Italia la giornata dedicata alle vittime della pandemia da Covid-19 con iniziative in varie città, un’occasione che per molti lavoratori del settore sanitario e semplici cittadini è stata utile per fare il punto sulla situazione in cui versa la sanità pubblica, afflitta da carenze di personale e scarsità di finanziamenti che rimangono  molto al di sotto delle reali con un danno per chiunque abbia necessità di rivolgersi alle strutture pubbliche per ricoveri e terapie

Cub Sanità ha organizzato vari presidi, con cittadini, famigliari delle vittime del Covid e associazioni che si occupano di medicina sul territorio, insieme per dare voce alla richiesta che venga fatto quanto necessario per rendere accessibili a tutti strutture e servizi sanitari che siano in grado di rispondere ai reali bisogni in ambito sanitario. Dopo quanto avvenuto negli ultimi tre anni a causa dell’emergenza Covid, appare infatti sempre più chiaro quanto negli ultimi decenni la sanità pubblica sia stata depauperata e marginalizzata dal punto di vista delle risorse erogate e delle condizioni di lavoro dei vari operatori (medici, infermieri, operatori socio-sanitari). Chiudono ospedali di provincia, reparti e punti di ascolto, vengono sospesi servizi che funzionavano, le liste d’attesa per esami, ricoveri e visite si allungano con la conseguenza di spingere le persone a rivolgersi a strutture private o a pagare servizi convenzionati pubblico-privato per potersi curare in tempi certi e soprattutto utili. Nonostante l’evidenza dell’insufficienza della medicina territoriale e dei posti letto disponibili negli ospedali, fattori entrambi che durante la pandemia hanno ulteriormente aggravato la situazione, ad oggi si continua a non scegliere di destinare alla salute gli investimenti necessari, nemmeno con i miliardi messi a disposizione dal PNRR.

Cub Sanità a Milano e a Pisa
Sabato mattina a Milano il ritrovo era davanti al Pio Albergo Trivulzio, storica residenza per anziani milanese e polo d’eccellenza per la fisioterapia, oltre che sede di altri servizi sanitari (centro prelievi, visite specialistiche etc) che però sta sempre meno funzionando come presidio rivolto al territorio cittadino e che anche durante la pandemia è stato al centro di uno dei principali scandali emersi su cui la magistratura sta indagando per quanto riguarda le responsabilità della direzione sanitaria e della scelte operate dalla politica regionale sulla gestione dei degenti anziani, tra cui moltissimi deceduti proprio in quel periodo (il 40% dei decessi Covid è avvenuto nelle Residenze sanitarie per anziani e in quelle per disabili).

Come al Trivulzio, così in tante altre strutture ospedaliere oltre alle persone ricoverate anche coloro che vi lavoravano sono stati vittime delle scelte, o non scelte, fatte in quel momento e soprattutto negli anni precedenti con riduzione, tra gli altri, dei posti in terapia intensiva e con il blocco del turn-over del personale che in media in Italia è calato del 7% tra 1997 e 2017 e in Lombardia del 12% nello stesso periodo. I carichi di lavoro sono di fatto eccessivi, la precarietà e il ricorso ad appalti e subappalti a cooperative sono in crescita costante, penalizzando così il livello del servizio, delle cure e in generale il benessere dell’intera comunità.
Cub Sanità Milano, presente insieme alla Rete Tanta Salute a Tutti, sabato ha raccontato tutto questo, spiegando ad esempio come anche la decantata introduzione dei ticket non sia mai corrisposto un reale miglioramento delle prestazioni, spingendo per forza di cose le persone a rivolgersi al privato e privandoci di tutti di un servizio sanitario solidaristico e universale tra i migliori al mondo per come era stato concepito con la sua istituzione con la Legge 833 del 1978.
All’iniziativa partecipavano anche i lavoratori, familiari e operatori del Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara e del Comitato Non Ci Sto Firenze, che erano a loro volta in presidio sui territori di riferimento.

Video del presidio a Milano, Pio Albergo Trivulzio.

Sempre sabato 18, anche a Pisa la Cub era in presidio per denunciare quanto non funzioni negli ospedali, nelle Rsa e in generale nel comparto della sanità pubblica, oggi come durante la pandemia a partire dalle scelte portate avanti dalla politica negli anni. L’iniziativa, svoltasi davanti all’ospedale Cisanello, è stata organizzata per ricordare gli operatori e le operatrici sanitarie vittime del ‘Covid-19’ e ha voluto evidenziare in parallelo la richiesta di giustizia per le vittime della malasanità, delle morti sul lavoro e da lavoro.

Durante la pandemia – riporta il comunicato diffuso da Cub Pisa – l’assenza di ‘salute e sicurezza’ nella sanità ha provocato migliaia di contagi tra operatori e operatrici (medici, infermieri, Oss, farmacisti, lavoratori/trici di servizi e pulizie). In questi anni chi ha denunciato le gravi inadempienze in materia di salute e sicurezza è stato sanzionato o licenziato per essere venuto meno all’‘obbligo’ di fedeltà’ aziendale. Vite spezzate tra operatori sanitari e popolazione, vittime provocate da una politica che ha via via determinato il depotenziamento fino allo smantellamento del servizio sanitario pubblico e della L.833/78, strappata con lotte e mobilitazioni.Tutte queste scelte hanno un obiettivo: privatizzare la sanità trasformandola da servizio solidaristico e universale a un business con un sistema basato su assicurazioni e cliniche private. Una politica irresponsabile e scellerata opposta a risposte adeguate alla gravità della situazione.”
L’iniziativa del 18 marzo è volta in primo luogo a salvaguardare la Memoria, smascherando scelte politiche dove tutto viene sacrificato in nome del contenimento della spesa o del profitto; dove istituzioni, partiti e parti sociali, a chiacchiere mostrano di indignarsi ma nei fatti perseguono la politica di smantellamento e privatizzazione della sanità. Fino al punto di adottare provvedimenti coercitivi e discriminatori che hanno colpito parte di lavoratori e lavoratrici per aver rivendicato libertà di scelta vaccinale, provvedimenti offensivi e penalizzanti per la dignità, la professionalità, lo stipendio. L’assunzione di personale è fondamentale per una sanita pubblica, universalistica e solidale, su tutto il territorio nazionale, come il superamento dell’‘imbuto formativo’ per le specializzazioni e l’abolizione del numero chiuso delle Medicine, il primo passo necessario per rispondere all’emergenza medici.”

Prossima iniziativa per la sanità pubblica a Vicenza, giovedì 23 marzo

I tagli alla Sanità pubblica li pagano lavoratori e cittadini”, PRESIDIO GIOVEDì 23 MARZO DAVANTI AL CANCELLO DELL’OSPEDALE SAN BORTOLO DI VICENZA, ORE 12.

I tagli ai finanziamenti e la riduzione dei servizi giorno dopo giorno mettono in crisi la tenuta della Sanità pubblica. Tutti i Governi hanno ridotto l’occupazione, tagliato i salari e ridotta la capacità di soddisfare i bisogni di prevenzione e cura dei malati, in particolare non esiste più la sanità di prossimità e sul territorio.
Le aggressioni al personale medico e sanitario vanno condannate sempre ma esse sono strettamente correlate ai tagli al servizio sanitario nazionale perpetrati da tutti i governi negli ultimi vent’anni.
Per fermare questa deriva la CUB intraprende la strada della lotta invitando tutti, lavoratori e cittadini, a protestare davanti agli ospedali, per la difesa della Sanità Pubblica e del diritto universale alla salute, per una sanità di prossimità diffusa sul territorio, per il miglioramento delle condizioni retributive e lavorative del personale.

Locandina presidio Vicenza

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