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“Tutele” della forza lavoro in materia di smart working

Fino al 30 settembre corre l’obbligo del datore di lavoro, pubblico e privato, di garantire alla forza lavoro certificata come fragile lo smart working, il decreto Lavoro in corso di approvazione concede una proroga di altri tre mesi

Negli ultimi tempi non si parla di covid anche se i casi continuano a essere numerosi e soprattutto è evidente che i datori di lavoro abbiano fatto ben poco per garantire tutele reali in materia di sicurezza soprattutto ai dipendenti con problemi di salute.
Va assicurato il lavoro agile ai lavoratori fragili superando la prevalenza del lavoro da rendere in presenza, questo accade nel privato ma non nella Pa a conferma della disparità di trattamento come avvenuto con i tempi di erogazione del Tfs e Tfr.
La Pa non è stata in grado in oltre 3 anni di rivedere la modalità di organizzazione del lavoro e dei servizi e a farne le spese è la forza lavoro con problemi di salute, affetta dalle patologie e condizioni elencate nel decreto del Ministro della Salute 4 febbraio 2022, previa certificazione del medico di medicina generale del lavoratore.
Ancora differenze tra pubblico e privato per il lavoro agile a genitori con i figli under 14 tanto che nel privato si potrà andare avanti con lo smart fino al 31 dicembre anche senza quell’accordo individuale tra datore e dipendente richiesto nella PA.
Sempre nel pubblico la opportunità di accedere per chi ha figli di età inferiore ai 14 anni è priva di quelle tutele presenti nel privato, si parla di generica facilitazione lasciando a dirigenti e datori piena libertà di concedere o no lo smart.

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