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Vicenda Gennari-Inps

La Corte dei conti condanna in via definitiva l’Inps per inefficienza e disorganizzazione

Gli ultimi due comunicati del 31/10/2022 e del 23/11/2022 Cub pubblico impiego ha posto nuovamente l’attenzione sulla vicenda di Mauro Gennari, ex lavoratore della sede INPS di Roma Monteverde, licenziato ingiustamente e illegittimamente in quanto inizialmente identificato dai suoi stessi superiori come unico responsabile dal punto di vista sia disciplinare che patrimoniale. La Corte dei Conti, con una sentenza in appello del 28/07/2022, ha invece non solo posto a carico dei superiori di Mauro la responsabilità dei danni patrimoniali ma ha anche condannato in via definitiva anche la dirigenza Inps in materia di organizzazione del lavoro

I passaggi più significativi della sentenza
I giudici della Corte precisano che “dagli atti del giudizio emerge che il Gennari non fosse il responsabile del procedimento” e che la liquidazione degli oneri del riscatto avvenisse “mediante apposito atto deliberativo di esclusiva competenza del Responsabile del procedimento o di unità di processo (successivamente denominato Responsabile dell’Unità organizzativa)”. A tal fine la Corte riporta il testo della Circolare n. 178 del 2003 in cui si distinguono e si precisano ruoli e responsabilità “poi confermati dalle successive Circolari n. 102/2009 e n. 141/2015, anch’esse agli atti del giudizio”, circolari che evidenziano quali siano le responsabilità del Direttore di Agenzia e del Responsabile di processo/unità organizzativa. I giudici della Corte poi specificano che “gli stessi ispettori Inps, in tutte le proprie relazionihanno indicato i nominativi dei dipendenti a cui andava imputata la corresponsabilità del danno in questione …” e che “costoro (tutti in servizio anche presso altre Agenzie o Direzioni al momento dell’Ispezione), tuttavia, non sono stati convenuti in giudizio dalla Procura regionale” [segnalando, a quanto pare, una omissione non solo della dirigenza Inps ma anche della stessa procura della Corte dei Conti]. Come già precisato nel precedente comunicato del 23/11/2022, per i giudici della Corte i danni patrimoniali sono una conseguenza della violazione degli specifici obblighi di cui erano intestatari “i Responsabili del procedimento succedutisi nel periodo 2010-2015”.
La Corte poi “non ritiene che la condotta serbata dal Gennari possa ritenersi caratterizzata dal dolo” e condivide i contenuti delle due richieste di archiviazione del procedimento penale da parte del pubblico ministero di Roma. In tali richieste il PM evidenzia come “l’ispezione Inps censurava altresì la condotta di quanti responsabili del procedimento o del provvedimento non avevano ottemperato ai loro obblighi”.
I giudici contabili sottolineano anche come la lavorazione delle pratiche ritenuta successivamente irregolare fosse avvenuta in un “contesto, peraltro, che non sembra brillasse per efficienza ed efficacia, atteso che anche buona parte delle pratiche lavorate da altra operatrice della stessa Agenzia (la sig.ra xxxx yyyy) è risultata anch’essa irregolare senza che alcuno dei responsabili del procedimento, succedutisi nel tempo, avesse mai osservato nulla in merito”. Dopo aver ribadito come “alla produzione del danno” abbiano partecipato “altri soggetti, mai convenuti in giudizio (i diversi responsabili del procedimento e i dirigenti che hanno provveduto a firmare i provvedimenti di riconoscimento delle rendite vitalizie) …”, i giudici contabili affermano che non possono “non rilevare la situazione di incertezza amministrativa e di assenza di controlli in cui versava l’Agenzia di Roma – Monteverde all’epoca dei fatti in esame, quanto meno con riferimento alla gestione delle pratiche di rendite vitalizie, che avrebbero richiesto, quantomeno, momenti di specifica formazione o comunque di confronto sulle procedure adottate. Del resto, è proprio la complessità e l’incertezza amministrativa sui sistemi di gestione delle procedure di accoglimento delle istanze di concessione delle rendite vitalizie, ad indurre l’Istituto previdenziale, ma solo nel 2019 ad emanare direttive specifiche in merito (v. Circolare Inps n. 78 del 29.05.2019). [In tale circolare il direttore generale Inps ribadisce chiaramente come la verifica dei requisiti per l’accoglimento delle domande di riscatto sia compito esclusivo del responsabile del procedimento.] È obbligo dei vertici, infatti, organizzare in modo operativo la struttura di riferimento, non già mediante un’attività meramente contemplativa dell’operato dei sottoposti, ma mediante atti propositivi e di sollecito, impulso e/o intervento tali da assicurare la massima efficienza dei servizi resi. Il Collegio ritiene, quindi, di poter valutare favorevolmente tutti quegli elementi sin qui esposti che sono stati rilevatori di uno stato, all’epoca, di disorganizzazione e scarso efficientamento dell’Agenzia di Roma – Monteverde …”.

(Leggi il pregresso qui)

Cosa chiede la Cub  

Perché, nonostante l’evidenza dei fatti, degli atti e delle norme accertati dalla Corte dei conti, l’ufficio dei procedimenti disciplinari ha licenziato Mauro?
Perché la direzione regionale Lazio gli ha attribuito in via esclusiva la responsabilità dei danni patrimoniali?
Perché la direzione di filiale Roma Eur lo ha denunciato penalmente? Perché questi dirigenti, ora condannati dalla Corte dei conti, non hanno consentito che Mauro continuasse a lavorare in Inps al pari dei suoi superiori?

CHIEDIAMO AI VERTICI INPS DI PORRE FINE A QUESTA DISPARITA’ DI TRATTAMENTO E INGIUSTIZIA DI CUI È VITTIMA MAURO GENNARI, DISPONENDO IL SUO IMMEDIATO E DOVEROSO REINTEGRO IN SERVIZIO.

20 dicembre 2022CUB Pubblico Impiego INPS

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