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Volontà di imbavagliare i sindacati conflittuali e il diritto di sciopero

SALVINI – LANDINI E IL DIRITTO DI SCIOPERO : “QUI GATTA CI COVA”
Un polverone per imbavagliare i sindacati conflittuali e imporre meno salari e diritti ai lavoratori

Ultimamente l’attenzione dei mezzi di informazione si è concentrata sulla regolamentazione degli scioperi nel settore dei trasporti.
Il motivo del contendere è la decisione della Commissione di Garanzia di sollecitare alcune modifiche alle proclamazioni di Cgil e Uil dello Sciopero Generale del 17.11.2023, articolato per regioni ed esonerando diversi settori, fino a far derubricare la mobilitazione ad astensione plurisettoriale.
A fronte dell’intervento della Commissione di Garanzia, Cgil e Uil hanno deciso di revocare l’astensione dal lavoro indetta nel trasporto aereo ed, invece, di confermarlo nel trasporto pubblico locale.
La Cub trasporti sottolinea che:
➢ da 33 anni la Commissione di Garanzia interviene per valutare gli scioperi proclamati, fino a proporne la cancellazione o la limitazione;
➢ sono numerosi i politici che si pronunciano, per obiettivi elettorali, sul diritto di sciopero, senza sapere quello che dicono e al solo fine di limitare l’esercizio di un diritto costituzionale.

PRONTO L’ENNESIMO ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO
L’Associazione delle imprese a partecipazione pubblica del TPL (Agens) sta sostenendo una modifica della L.146/90 sull’esercizio del diritto di sciopero, rilanciata anche da un gruppo di parlamentari, con il solo OBIETTIVO DI IMPEDIRE NELLE AZIENDE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, L’INDIZIONE DI
SCIOPERO ALLE OO.SS. CHE NON SONO FIRMATARIE DEI CONTRATTI COLLETTIVI. Se poi, più in generale, consentiranno alle aziende di comminare le sanzioni ai lavoratori che non dovessero rispettare le norme esistenti, diverrebbe chiaro a cosa si sta mirando.
Comunque la norma sostenuta da Agens prevederebbe una corsia preferenziale per la proclamazione degli scioperi dedicata a CgilCislUilUgl, mentre farraginose procedure e strumentali lungaggini (addirittura un preventivo referendum!), mirate a vanificare le iniziative di lotta, per le altre organizzazioni sindacali, in particolare per i sindacati di base: lo fanno oggi che si registra una crescente adesione alle iniziative di lotta proclamate dal sindacalismo conflittuale in difesa dei salari e dei diritti dei lavoratori.
I SALARI DEI LAVORATORI ITALIANI PERDONO POTERE D’AQUISTO!
L’atteggiamento di CgilCislUilUgl è schizofrenico (…o solo paraculo!): mentre si auto-rappresentano quali difensori del diritto di sciopero (il diritto dei diritti!), sottoscrivono contratti nazionali con pesanti perdite salariali per i lavoratori. E non solo: firmano intese che prevedono salari al di sotto della soglia di povertà, come sancito anche da sentenze, senza aver neppure provato a mobilitare le categorie ma arrivando fino a nascondere il testo delle intese sottoscritte senza alcun confronto con i lavoratori, come succede nel trasporto aereo per il CCNL dell’Handling.
Riteniamo che sarebbe importante che Cgil e Uil si adoperassero per mettere in discussione l’attuale meccanismo che limita il diritto di sciopero in Italia.
Non vorremmo che tutto quanto finisse come accade per la gran parte delle normative sul lavoro: sarebbe una iattura se una eventuale nuova normativa sul diritto di sciopero, delegasse alle controparti datoriali la gestione dell’esercizio di un diritto costituzionale. Per coloro che dovessero continuare ad opporsi agli accordi a perdere, firmati, come spesso accade, dai “soliti noti”, si arriverebbe a vietare, di fatto, di dichiarare gli scioperi.
E’ infatti opportuno sottolineare che in Italia non c’è una normativa che regolamenta il diritto alla contrattazione: le aziende stabiliscono quali sono le controparti, escludendo chi si oppone alle loro decisioni.

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Ansa, economia, 16 novembre 2023

Tuttonotizie.net, 16 novembre 2023

Intervista ad Antonio Amoroso, segreteria nazionale Cub

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