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A Calenzano strage annunciata

Esplosione Deposito ENI Calenzano: una strage Annunciata

Ancora morti e feriti nel territorio fiorentino, ancora una strage sul lavoro e del lavoro: 5 morti e 20 feriti alcuni gravi, dopo la terribile esplosione nel deposito carburanti ENI di Calenzano. Il sito in questione risulta essere tra gli impianti a rischio rilevante secondo il Ministero dell’ambiente  e soggetto alla Direttiva Seveso del 2015: in Toscana ce ne sono 54 in Italia 974. Molte le autorità coinvolte nella corretta gestione di questi impianti: Prefetto, Regione, Vigili del fuoco, ARPAT, Comuni, Protezione civile.

La magistratura dovrà accertare se autorizzazioni e gestione siano stati corretti, stante l’obbligo del gestore di sottoporsi ai controlli richiesti dalle normative. Resta il fatto che sulla localizzazione del sito già negli anni passati erano state espresse grosse riserve e ipotesi su possibili rischi di esplosione. Un impianto insediato nel 1956 in un’area che successivamente ha visto un enorme sviluppo industriale e urbanistico, tale da porre in discussione la compatibilità dello stesso in un territorio dove ora esistono edifici sensibili come hotel, fabbriche, centri commerciali, linea ferroviaria a 40 metri, autostrada a 800m, piscina e impianti sportivi, centro abitato, per non parlare di un aeroporto a meno di 5 km di cui si vuole programmare l’ampliamento a danno delle popolazioni e dell’ambiente.

E la sicurezza di chi ci lavora? Sulle cause dell’esplosione che ha causato morti e feriti fra i lavoratori si pronuncerà la magistratura i cui tempi si dilatano come sta accadendo anche per la strage di febbraio del cantiere Esselunga di Firenze, con altri 5 morti e numerosi feriti. Si spera che non venga ancora una volta tirato in ballo l’errore umano.
Ma la morte di lavoratori dimostra sempre inadeguata protezione e insufficienti misure di sicurezza: perché investire in sicurezza dei lavoratori e degli impianti tocca il portafoglio anche di chi ha fatturati e profitti miliardari, come nel caso di Eni o Esselunga.
Per questi impianti a parte il documento di valutazione dei rischi, c’è obbligo secondo la legge 105/2015 di piani di emergenza interni che comprendano tutti i sistemi di protezione. Tutti gli adempimenti vanno notificati ai lavoratori, alla Regione, al Prefetto e al Comune e la Regione predispone il Piano regionale di ispezione ordinario e straordinario da inviare al Ministero dell’ambiente.

Paola Sabatini, segretaria nazionale Cub Sanità

Sono state applicate tutte le normative? Non ci sentiamo nemmeno rassicurati dalle conclusioni tranquillizzanti di ARPAT rispetto all’inquinamento dovuto alla nube tossica che si è formata e alle possibili conseguenze sulla salute e sul territorio anche più a lungo termine: ricordiamo che Calenzano e la piana rientrano fra le zone a più alta incidenza di patologie legate a inquinamento e nonostante questo ancora interessate da progetti di devastazione ambientale (inceneritore per fortuna bloccato dalle lotte della popolazione, aeroporto, sviluppo di centri commerciali e traffico, inquinamento industriale e da polveri sottili).

Sono tutte fatalità o rischi e stragi annunciate? La lotta per la salute e la sicurezza sul lavoro e nell’ambiente di vita devono riprendere il primo posto  se vogliamo davvero invertire la rotta.
Basta morti sul lavoro, basta devastazione ambientale. Le nostre vite valgono più dei vostri profitti.

Confederazione Unitaria di Base
Via di Scandicci 86 TEL 055496184
cubsanita.firenze@libero.it;  cubtlc@libero.it;cub-trasporti@libero.it


“Calenzano: presidio davanti all’Inail dei sindacati base, ‘Fermiamo la strage” – Controradio, 11 dicembre 2024

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