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Altro giro di vite sul diritto allo sciopero

ALTRO GIRO DI VITE SUL DIRITTO DI SCIOPERO – PRONTO UN DISEGNO DI LEGGE PER OSTACOLARE AI SINDACATI DI BASE L’INDIZIONE DI UNO SCIOPERO NEL TPL

INACCETTABILE ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO, UN’ALTRA BUONA RAGIONE PER ADERIRE ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 20 OTTOBRE 2023 – 24 H

A quanto pare non è bastato che dal ’95 ad oggi venissero vietate le agibilità sindacali (indizione di assemblea, bacheche, trattenute agli iscritti, permessi sindacali) alle OO.SS. che non si sono rese disponibili a firmare gli accordi a perdere sottoscritti da CgilCislUil, i cui effetti devastanti sui salari e sui diritti dei lavoratori sono ormai evidenti e spudoratamente confessati dalle istituzioni (vedi la relazione del CNEL sul reddito minimo).
In Italia si prepara la seconda fase dell’attacco sferrato al diritto di sciopero in Italia, dopo l’introduzione della L. 146/90: L’OBIETTIVO È QUELLO DI IMPEDIRE NELLE AZIENDE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE L’INDIZIONE DI SCIOPERO ALLE OO.SS. CHE NON FIRMANO I CONTRATTI COLLETTIVI.
La proposta di legge è già pronta, ispirata dall’Associazione delle imprese a partecipazione pubblica del TPL (Agens) e rilanciata da un gruppo di parlamentari che fingono di ignorare le prescrizioni della carta costituzionale italiana, sempre più alla mercè degli assalti di chi vuole sospendere gli spazi di democrazia nel Paese e, soprattutto, nei luoghi di lavoro.
La norma prevederebbe una corsia preferenziale per l’indizione di sciopero dedicata alle OO.SS. main-stream, mentre farraginose procedure e strumentali lungaggini (addirittura un preventivo referendum!), mirate a vanificare le iniziative di lotta, per quei sindacati che scelgono di opporsi alle firme-e-firmette a perdere, dando voce al crescente dissenso nel Paese rispetto al lavoro povero, alla precarietà, all’erosione dei diritti, al taglio delle tutele sulla salute e sicurezza, alle privatizzazioni, alla mancanza di investimenti per la Sanità, la Scuola, i Trasporti e, non ultimo, alla guerra e all’economia di guerra.
La scusa delle “piccole” organizzazioni non regge: tutti sanno che l’astensione dal lavoro diventa incisiva se e solo se l’astensione dal lavoro è aderita da una moltitudine di lavoratori che rinunciano ad una giornata di retribuzione, evidenziando che le ragioni poste alla base delle mobilitazioni non sono così irrilevanti, strumentali e ingiustificate.
Il Disegno di Legge in questione non è pensato per tutelare la fruibilità dei servizi essenziali ma solo per imbavagliare i lavoratori. Basti pensare che di recente, in occasione della presentazione della Relazione sull’Attività della Commissione di Garanzia sugli scioperi per l’anno 2022, alcuni rappresentanti istituzionali affermavano che il sistema delle norme sugli scioperi in Italia aveva impedito l’ondata di mobilitazioni che avevano attraversato il resto d’Europa lo scorso anno: un vanto degno di burocrati lontani dalla realtà di un Paese in cui la democrazia nei luoghi di lavoro è sempre più sospesa, per aumentare lo sfruttamento e la precarietà di migliaia di lavoratori.
Che un intervento del genere fosse nell’aria da tempo era chiaro: anche l’Accordo Interconfederale del 10.1.2014 (come anche quelli del 2011 e 2013), denominato impropriamente T.U. sulla Rappresentanza Sindacale, introduce, seppur in forma pattizia, la rinuncia a scioperare per chi, aderendo a tale complesso di intese tra padronato e CgilCislUil sull’elezione delle RSU, non condividerà il contenuto di contratti collettivi applicati sui lavoratori e firmati dalla maggioranza.
Oramai ogni ipocrisia è svelata: con tale ulteriore giro di vite sul diritto di sciopero, si vuole riportare indietro l’orologio della storia e dall’attuale servilismo a cui sono ridotte intere generazioni di lavoratori, si punta alla loro schiavitù.

E’ URGENTE UNA MOBILITAZIONE INCESSANTE DEI LAVORATORI: È IN BALLO IL NOSTRO FUTURO E LA DEMOCRAZIA NEL NOSTRO PAESE.

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18.10.2023 Cub Trasporti

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