Gli ultimi venti anni nel settore Appalti ferroviari, in particolare nei settori pulizia treni e servizi accessori alle officine, sono stati caratterizzati da una profonda crisi e attraversati da ampi mutamenti. Questo nuovo periodo si è aperto con un’azienda, la Bucalossi/Mazzoni, aggiudicataria di gara di appalto in tutto il centro e nord con un bel 28% di ribasso nel settore pulizia treni, un appalto insostenibile economicamente, che come regalo di Natale ai propri dipendenti, sotto l’albero, fece trovare la lettera di licenziamento.
Da qui scaturì una stagione di lotte che si concluse male, venne infatti introdotto il sistema dei sub-appalti. Obiettivo di Trenitalia e Organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto Nazionale, subito denunciato da noi di CUB Trasporti come scelta fallimentare, era abbassare il costo del lavoro scaricandolo di fatto sui lavoratori dei subappalti. La prima decade di questo secolo fu caratterizzata quindi dall’arrivo di una miriade di pseudo cooperative, aziende nate come
funghi, cioè in una sola notte, e che come funghi sparivano.
Una vita massima di due anni, meno della durata dell’appalto, che si concludeva con la dichiarazione di fallimento, lasciando dietro di sé molte delle spettanze che i lavoratori dovevano avere: ore di lavoro non riconosciute, contributi INPS non pagati e TFR spariti nel nulla.
Questo sistema decennale collassò, e collassò anche la principale azienda da cui questo sistema era scaturito. Nel 2011 la Mazzoni portò i libri contabili in Tribunale dichiarando fallimento e lasciando dietro di sé centinaia di milioni di euro di debito verso i lavoratori e le aziende del sub-appalto sopravvissute.
Ferrovia inaugurò allora un nuovo tipo di gestione degli appalti, il cosiddetto “spezzatino”, al fine di evitare il collasso generale pur mantenendo in vita il sistema appaltizio che si gioca ai ribassi sulle spalle del costo del lavoro. Ogni Regione era divisa in più Lotti assegnati ad aziende differenti, con obbligo per queste di non essere in
alcun modo assegnatarie di Lotti tra loro confinanti. Le Organizzazioni sindacali firmatarie di Contratto Nazionale si adeguarono.
Ma non andò meglio. Vennero in evidenza i limiti strutturali del sistema delle esternalizzazioni FS. Di nuovo stipendi non pagati, contributi fantasma, una nuova serie di aziende grandi o piccole nuovamente condannate al fallimento. Il nuovo sistema che manteneva il precedente non era in grado di evitare lo scivolamento verso il malaffare o anche solo la possibile solvibilità accanto alla corsa ai ribassi per le aggiudicazioni. Poiché l’unica costante in questi venti anni è stata la lenta, ma continua, erosione della forza lavoro, pratica usata per ridurre i costi, ormai nessuna azienda del settore è in grado di raggiungere gli standard di qualità previsti nei capitolati proprio per la mancanza del
personale necessario.
Le aziende affermano ripetutamente che non possono assumere nuovo personale perché ciò diminuirebbe il loro margine di profitto, rendendo così l’appalto non economicamente appetibile né sostenibile.
Come CUB Trasporti da sempre proponiamo come soluzione la reinternalizzazione di tutte le attività date in appalto, incluse quelle ormai uscite anche dal CCNL Attività Ferroviarie come i servizi di portineria, la gestione bagagli, i dormitori e le mense ancora rimaste.
La gestione diretta del servizio di pulizia treni da parte di Trenitalia permetterebbe invece a Ferrovie dello Stato di utilizzare il margine di profitto delle aziende aggiudicatarie sia per assumere il personale necessario sia per raggiungere gli standard di qualità previsti.
Le esternalizzazioni e le privatizzazioni di parte dei servizi pubblici sono imposizioni dettate dalla politica liberista iniziata negli anni ’80 da Governi più sensibili agli interessi delle Multinazionali che a quelli dei propri cittadini. Abbiamo ormai alle spalle abbastanza anni di questo fenomeno e analizzandolo possiamo tranquillamente affermare che questo tipo di politica economica liberista si è dimostrata fallimentare, distruggendo un buon servizio di trasporto pubblico, scaricando disservizi e costi sulla collettività, abbassando gli standard del servizio e della sicurezza dei trasporti e la qualità di vita dei lavoratori.
CUB Trasporti Toscana