I sindacati e la politica locale accusano la proprietà per la scelta di delocalizzare la produzione.
Fondata nel 1946, la Moreschi di Vigevano (PV) marchio simbolo per le calzature di lusso, annuncia che la produzione verrà spostata altrove e resteranno operativi solo gli uffici. L’azienda si era inizialmente dichiarata disposta a mantenere parte della produzione sul territorio, ora la marcia indietro che ha già provocato la reazione dei sindacati e della politica locale, giovedì 14 prevista una seduta del consiglio comunale aperta ai lavoratori per cercare soluzioni alternative alla chiusura.
Già dal 2020 la famiglia Moreschi aveva ceduto la maggioranza delle quote a un istituto finanziario svizzero, la Harleys SA, che ha deciso di mantenere a Vigevano il polo progettuale ma di distribuire la produzione del manifatturiero in altre regioni, spiegando che la prevista svolta green sarebbe stata impossibile presso gli stabilimenti nel pavese.
I sindacati accusano il cambio dei piani in corsa, dopo aver ricevuto rassicurazioni sul fatto che tutta la filiera sarebbe rimasta a Vigevano mentre ora dai 300 dipendenti degli anni d’oro ne rimarranno solo 21.
“Ennesima chiusura del Tessile. Le aziende chiudono o passano in mani forti, spesso francesi. L’ Italia brilla per assenza di un piano industriale e di risorse finanziarie per difendere un capitale umano e di capacità tecniche che tutto il mondo ci invidia. Infatti tutti fanno shopping da noi. Vigevano e Parabiago sono due capitali storiche della calzatura e vanno difese. Mentre governo e regione si guardano in giro e fischiettando“, così Hazal Koyunquer, segretaria nazionale cub tessili.