Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

AUDIZIONE CUB IN COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA SUL SALARIO MINIMO

La Confederazione Unitaria di Base il 20.4.2023, è stata audita dalla Commissione XI della Camera in ordine alle proposte di legge presentate dagli On. Fratoianni – Mari (Alleanza Verdi e Sinistra), dall’On. Serracchiani (PD), dall’On. Laus (PD), dall’On. Conte (M5S) e dall’On. Orlando (PD)

La Cub, nella persona di Antonio Amoroso, nel ringraziare il Presidente della XI Commissione della Camera dei Deputati di aver riscontrato la richiesta della Confederazione Unitaria di Base di essere audita su un tema tanto complesso e delicato ma importante, ha espresso il proprio apprezzamento sull’avvio di un confronto che pone al centro della discussione il lavoro povero e i bassi salari, ormai divenuti una piaga per milioni di persone.

La Cub si è dichiarata favorevole all’individuazione di un limite minimo di almeno 10 Euro, sotto al quale non può scendere la retribuzione oraria per un lavoratore, calcolata sullo stipendio (Paga Base e Contingenza) e non certo come alcuni disegni di legge definiscono un limite minimo della retribuzione oraria ma inseriscono nel calcolo la tredicesima e i contributi.

A tale proposito la Cub ha espresso la propria contrarietà nei confronti delle proposte di legge che, senza fissare una retribuzione minima, rimandano alla contrattazione delle organizzazioni maggiormente rappresentative la definizione di tale limite, evidenziando che la piaga del lavoro povero è innescata proprio dalla sottoscrizione delle intese contrattuali (vedi la vigilanza e i servizi fiduciari) siglate da Cgil, Cisl, Uil.

La Cub ha anche sostenuto che non si può parlare di salario minimo se non si pongono dei paletti normativi all’utilizzo del lavoro precario e del part-time involontario, nonché di tutte quelle forme di flessibilità che condannano milioni di lavoratori a un’occupazione intermittente, saltuaria e ben lontana da un impiego full-time.

LA Cub ha anche evidenziato che se si parla di contrattazione non si può prescindere dalla definizione di una Legge sulla Rappresentanza che consenta ai lavoratori di scegliersi il sindacato a cui aderire: dopo 25 anni in cui si è consentito alle controparti di decidere con chi avviare il confronto è ormai indispensabile pensare a una norma realmente democratica, che non può certo ispirarsi alla ratio degli accordi interconfederali, neppure a quello del 10.1.2014 che limita e imbriglia il dissenso nei confronti degli accordi firmati dalle sigle che congiuntamente rappresentano la maggioranza delle sigle e/o dei lavoratori.

Inoltre la Cub ha fatto presente che se davvero si vuole valorizzare la contrattazione, si deve aprire anche un ragionamento sulla possibilità che i “rapporti di forza” che ne reggono gli equilibri possano essere espressi dai lavoratori anche nei servizi essenziali ove insiste una norma (L.146/90 e L. 83/00) che imbriglia e nega la possibilità ai lavoratori di incidere e di sostenere le proprie iniziative.

La Cub ha posto il problema che la eventuale norma sul salario minimo deve predisporre meccanismi che cancellino il rischio che, ove le retribuzioni superano il salario minimo, le controparti datoriali possano disdettare il CCNL, approfittando della attuale debolezza del movimento dei lavoratori: è piuttosto scontato che la definizione di un salario minimo possa innescare le tentazioni datoriali di schiacciare verso il “basso” le retribuzioni dei lavoratori.

La Cub ha terminato l’intervento dichiarando la propria disponibilità a trasmettere una nota sul tema del salario minimo e a ulteriori approfondimenti si dovessero rendere necessari.

Il Presidente della Commissione XI della Camera dei deputati, prendendo atto del tempo scaduto, si è riservato di rivolgere alcune domande alle sigle audite, spedendo loro una email con i quesiti in questione.

L’audizione è proseguita con l’intervento di Confindustria che, però, è avvenuto a porte chiuse.

LEGGI LA NOTA CUB PER AUDIZIONE SUL SALARIO MINIMO

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.