In questi giorni la triplice sindacale insieme a Federalimentare al completo (con tutte le 14 associazioni di categoria che la compongono) entrano nella cosi detta fase finale della discussione di un rinnovo contrattuale, che ancora una volta risulta molto insufficiente nella sua parte economica, nonostante sia un settore che ha macinato e continua a
macinare utile e profitto a dismisura.
Fondamentalmente i sindacati confederali scelti dai padroni per trattare il rinnovo (ricordiamo che sono soci in affare attraverso la gestione dei soldi dei fondi e della formazione) si sono dimenticati che in questo paese negli ultimi due anni il tasso d’inflazione reale è stato dell’oltre il 20 %, e che i salari reali si sono ridotti di forma radicale. Di conseguenza anche il potere d’acquisto per i lavoratori dell’industria alimentare si è ridotto drammaticamente.
Rinnovare il ccnl alimentaristi alle condizioni proposte (le condizioni dei padroni) significa rinunciare a recuperare il salario perso, rinunciare a far vivere meglio le nostre famiglie, rinunciare al ruolo di essere sindacati dalla parte dei lavoratori (ahimè sono molti anni che ci hanno rinunciato a quest’ultimo punto).
Parlare trionfalmente di 214 euro a regime (parametro 137 vuol dire che il 68% dei lavoratori del settore non lo raggiunge) significa nascondere la polvere sotto il tappeto.
Questi soldi in realtà i lavoratori li avranno solo nel 2027, ma non servirà mai a recupere l’inflazione che ha eroso i propri salari. Il vecchio gioco delle 3 carte. Dove a perdere purtroppo sono sempre i lavoratori che ci lavorano.
Già nel mese di maggio dell’anno scorso (2023) quando abbiamo presentato la nostra piattaforma per il rinnovo del Ccnl alimentaristi come FLAICA (mai pressa in considerazione da Federalimentare) abbiamo detto, a ragion veduta, che non si poteva parlare di aumento salariale degno se l’aumento fosse stato al di sotto della soglia di 400 euro al mese. Solo cosi si poteva tentare di recuperare parte del salario perso e di rimettere al centro del ragionamento il recupero del potere di acquisto dei lavoratori dell’agroindustria.
Per questo motivo bisogna rilanciare con forza la nostra richiesta, e far capire che non si può andare avanti solo rinunciando al proprio futuro, le nostre famiglie non possono essere il cuscinetto sociale per i vostri profitti sulla pelle dei lavoratori.
Tacere su questo significa essere complici e noi come FLAICA Uniti CUB non lo siamo mai stato.
FLAICA UNITI CUB