Sottoscritta l’intesa preliminare del CCNL Comparto Funzioni Centrali P.A. 2022/24 per 193.851 dipendenti statali che lavorano presso ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici (INPS, INAIL, ACI, ecc.)
Una novità di questi rinnovi contrattuali nella P.A. è rappresentata dalla mancata firma da parte di Cgil e Uil che però potrebbero ripensarci come accaduto anni fa in occasione della sottoscrizione di alcuni contratti del settore privato.
Ma i lavoratori e le lavoratrici del comparto funzioni centrali della PA quanti soldi riceveranno in busta paga? Decisamente pochi e non solo assolutamente insufficienti a equiparare i salari al reale costo della vita. Soltanto un terzo dell’inflazione viene recuperata. L’accordo prevede un aumento medio lordo di 166 euro al mese, per un totale di 13 mensilità. Ma bisogna considerare che parte dell’incremento è anticipato dalla super-indennità di vacanza contrattuale erogata a fine 2023 e quasi la metà di questi soldi sono stati anticipati per il 2024 dalla super-indennità di vacanza contrattuale pagata a fine 2023 inoltre parte degli aumenti compenseranno l’anticipo di quella indennità di vacanza contrattuale, un’autentica miseria di 12 euro mensili che permette di ritardare di 3 anni la firma dei contratti. Gli incrementi tabellari sono pari al 5,78%, variando dai 193 euro al mese dei professionisti ai 121 euro degli operatori, passando per i 155 euro per i funzionari e i 127 euro degli assistenti.
Previste indennità fino a 3.500 euro all’anno rispetto agli attuali 2.600 euro per maggiori responsabilità destinate a pochi\e. Progressioni in deroga, senza criteri univoci e oggettivi, prolungati di un anno, risorse per i fondi della contrattazione decentrata per avviare trattative a dir poco discutibili se non perfino clientelari e comunque divisive.
E intanto il Governo fissa per il prossimo triennio, nella Legge di Bilancio, cifre addirittura minori con una economia per altro ferma e salari in caduta libera.
Non facciamoci allora ingannare dalle cifre lorde o degli aumenti medi perché con i soldi che si riceveranno in busta paga sarà impossibile compensare la perdita del potere d’acquisto.
Nessun investimento è stato poi previsto in direzione della tanto sbandierata innovazione ma solo qualche misero contentino (e non per tutti\e) come il riconoscimento dei buoni pasto per le giornate in smart working o la promessa di una settimana lavorativa di 4 giorni quando sappiamo benissimo che comunque gli uffici dovranno restare aperti 5 giorni in quanto non è prevista alcuna modifica delle ore contrattuali.
Un contratto scritto dal Governo all’insegna dell’austerità o della miseria da redistribuire tra i soliti noti. Per questo abbiamo preso in prestito la vignetta di Altan.
Insomma un’ipotesi di contratto che non poteva essere firmata e che andava rispedita al mittente. Non resta come risposta che uno sciopero generale. Anche per questo la CUB chiede di scendere in piazza e partecipare allo sciopero generale indetto dalla CUB per il 29 novembre.
7 novembre 2024 CUB Pubblico Impiego