“Questa mattina, lunedì 15 aprile, una delegazione della Cub e di SiCobas ha incontrato il sindaco di Broni e abbiamo fatto presente la situazione che si sta creando in quel territorio. È stata aperta una procedura di licenziamento per 200 persone che corrispondono a 200 famiglie, che vanno considerate un pezzo importante degli abitanti di Broni. Anche perché per ogni lavoratore che ha una famiglia i numeri si possono raddoppiare e triplicare. Abbiamo fatto sapere come sta andando questa trattativa, quali sono le proposte che sono state fatte ai lavoratori da parte di Tigotà e attualmente c’è una trattativa aperta in Prefettura a Pavia. Da parte di Tigotà viene proposta ai lavoratori una conciliazione e un indennizzo che arriverebbe fino a 17.500 euro e anche delle opportunità per poter ricollocare una parte di lavoratori trasferendoli a 100/150 km a Mantova per non perdere il lavoro. Attualmente siamo fermi perché abbiamo ripetuto più volte che quell’indennizzo è troppo basso e non ci permette di accogliere le richieste dei lavoratori che comunque ritengono giustamente di aver lavorato per tanti anni in quel magazzino e per alcuni questo ha anche comportato degli infortuni per cui riportano anche delle limitazioni fisiche, cosa che comporterà ulteriori difficoltà a trovare un nuovo lavoro; per questo la cifra offerta per l’indennizzo andrebbe raddoppiata rispetto alla proposta attuale. D’altro canto alcune nostre proposte sono state accettate come il mantenimento dell’affitto di quel capannone fino alla scadenza naturale che è agosto 2025 ma dobbiamo invece ancora entrare nel merito del numero preciso di posti di lavoro che ci verranno proposti e sarebbe importante capire al più presto quanti potranno trovare una ricollocazione, per cui attualmente è tutto fermo, siamo in attesa di una nuova convocazione della Prefettura di Pavia e comunque della chiusura della trattativa che in ogni caso comporterà dei disagi per tutti quei lavoratori che per tanti anni hanno lavorato in quell’impianto.”