Siamo in tanti a chiedercelo dopo il rientro dalle ferie di agosto. Dopo la pausa estiva, infatti, abbiamo trovato interi reparti smantellati, come, ad esempio, il fabbricato di Lastratura numero 6, i due fabbricati ex-ITCA, parte del montaggio 7 ed entro l’anno l’azienda si sta preparando a smantellare i reparti di Finizione, CDC Interno, Verniciatura Nuova e reparto Alfa Romeo.
Ad oggi, molti di questi reparti sono stati accorpati in spazi limitati per le lavorazioni con effetti negativi sulla messa in sicurezza delle aree di lavoro.
In pochi metri quadrati ci troviamo a lavorare con una serie di mezzi meccanici in movimento, come i porter, i carrelli elevatori, i robot AGV e i bull, che restringono di fatto gli spazi della produzione, i passaggi pedonali, le uscite di emergenza, i percorsi di fuga antincendio e i percorsi delle ambulanze. Per stare “dentro” la produzione stanno saltando tutte le prescrizione della sicurezza sui luoghi di lavoro, ovvero le condizioni minime per svolgere regolarmente il proprio lavoro in totale sicurezza.
Il taglio delle commesse sulle aziende di pulizia, l’accumulo di scarti di lavorazione, dai cartoni alle buste di cellofan, preoccupano sia dal punto di vista igienico-sanitario sia per il timore di eventuali incendi, essendo materiale altamente infiammabile, accumulato all’interno di capannoni adibiti a lavorazioni industriali e con gli operai al suo interno.
Una situazione surreale che somiglia tanto ad uno smantellamento generale dello stabilimento e della produzione. Il fatto stesso che in soli quattro anni si è passati da 4.700 dipendenti a 2900, fino a tenere in piedi l’accordo dell’esodo incentivato e il Contratto di Solidarietà, ed inviare decine di operai in trasferta negli altri stabilimenti, certifica che non vi è alcuna politica di mantenimento degli attuali assetti occupazionali.
Pur riconoscendo che la politica industriale sia una prerogativa dell’azienda, esprimiamo le dovute preoccupazioni quando queste scelte incidono sulla quantità dei lavoratori addetti e sulla qualità del lavoro, condizioni precipitate a picco negli ultimi ventiquattro mesi.
Pretendiamo che la direzione aziendale della Stellantis di Cassino ci informi su quanto sta avvenendo all’interno dello stabilimento, ovvero su quanto dureranno le trasferte e la Cassa Solidarietà, quando rientrerà la dichiarazione degli esuberi strutturali dichiarati ormai tre anni fa, e sulle reali intenzioni di mantenimento dello stabilimento cassinate, ormai a rischio.
Cassino, 4 settembre 2023
FLMU – CUB