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E ora pensano alla privatizzazione dei porti

Abbiamo appreso dalle agenzie di stampa la notizia, che riteniamo piuttosto allarmante, e che riguarda quanto espresso, durante il meeting di Rimini, dal ministro degli esteri Antonio Tajani, in merito all’opportunità di privatizzare i porti italiani per “fare cassa”. In vista di una mancanza di risorse in previsione della prossima manovra di bilancio?

Non contento, per il ministro Tajani sarebbe necessario privatizzare non solo i porti, ma anche altri cosiddetti “carrozzoni” come il trasporto pubblico locale, la gestione dei rifiuti e le municipalizzate.

Il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, in risposta fa sapere che questa possibilità al momento non rientra nell’agenda di governo. Una risposta che non esprime di certo contrarietà ma lascia adito a spiragli nel futuro prossimo.

Conosciamo molto bene questo modello, già cavalcato dagli anni 90 da tutti i governi che si sono succeduti, e sappiamo quali disastri ha portato, ad esempio sullo “smantellamento” del Sistema Sanitario Nazionale, del sistema ferroviario, ecc. Una politica fallimentare che toglie diritti e pezzi di stato sociale ai cittadini per arricchire multinazionali e aziende private mentre si fa credere ai lavoratori, con l’attiva complicità delle organizzazioni confederali che di questo progetto sono parte integrante, che porterà vantaggi per le loro condizioni di vita ed economiche.

Se in vista di una prossima riforma portuale l’indirizzo del Governo sarà quello disegnato dal ministro Tajani, la CUB farà di tutto per opporsi con tutte le iniziative di protesta che riuscirà a mettere in campo: vendere ai privati la gestione del territorio e dei servizi non rappresenta in nessun modo una scelta per noi perseguibile ma un modo per impoverire sempre di più il nostro paese e, nel caso specifico, i migliaia di lavoratori che operano in questo settore.

La Spezia, 27/08/2023

CUB Trasporti La Spezia

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