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Economia in panne

 
In qualunque modo la si voglia leggere, la realtà ci racconta di una crisi economica e sociale imminente come prodotto della guerra e delle sanzioni

Possiamo ragionare a lungo sulle responsabilità di questa guerra ma con tutte le critiche rivolte e rivolgibili alla Russia ci sono scelte studiate a tavolino per rafforzare l’economia Usa anche a discapito di quella dei Paesi Ue.
La guerra determinerà la riscrittura degli equilibri geopolitici, economici e militari fino a oggi conosciuti, tanto più durerà il conflitto maggiori saranno le difficoltà per i Paesi meno sviluppati, quelli emergenti e anche le Nazioni della Ue.
Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale
Da poco pubblicate, prevedono crescita globale dimezzata rispetto alle previsioni, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni del luglio scorso, si parla esplicitamente di una vera e propria fase recessiva che si abbatterà su milioni di uomini e donne.
Non bastava la pandemia, la guerra ha determinato una crisi che rallenta la crescita per i prossimi anni e “Il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 riserverà una recessione“. Secondo il Fmi circa un terzo dell’economia per due trimestri consecutivi registrerà una crescita negativa e il rallentamento riguarda soprattutto Unione Europea e Cina e in misura assai più contenuta gli Usa.

Le cause della crisi in corso per il FMI

  • Conflitto tra Russia e Ucraina e le sanzioni
  • Crisi del costo della vita
  • Rallentamento economico della Cina

La guerra ha un effetto destabilizzante per l’economia globale anche se sulla guerra ci sono multinazionali e Paesi che ricavano profitti e riusciranno, come gli Usa, a sfruttare il neokeynesismo bellico a loro favore.
Il prezzo del gas naturale dal 2021 a oggi, in soli 12 mesi, è più che quadruplicato, la produzione Russa e le sue esportazioni sono in vistoso calo anche se ci sono Paesi che si vanno sostituendo alle Nazioni Ue. Rincarando il gas molte industrie si ritroveranno con costi di gestione alle stelle costringendo lo Stato a intervenire con varie misure di sostegno. Gli interventi statali non abbasseranno il costo del gas e i processi speculativi, spenderemo soldi sottratti al welfare per garantire alle aziende di continuare a produrre.
Anche i prezzi dei prodotti alimentari e di prima necessità stanno aumentando vistosamente decretando una crisi economica e sociale nei Paesi che si rifornivano da Russia e Ucraina, principali produttori di grano. La guerra e il rincaro dei prezzi fa schizzare l’inflazione all’8,8% e solo nel secondo semestre 2023 potrebbe iniziare a calare ma si tratta di previsioni ancora approssimative visto che l’andamento della guerra, e la sua durata sulla quale gli Usa e la Nato stanno scommettendo, potrebbe cambiare ulteriormente gli scenari.
Uscire dalla guerra è una priorità se vogliamo salvare dalla recessione e dalla miseria milioni di esseri umani.
(Dal blog delegati e lavoratori indipendenti di Pisa)

Per saperne di piùPublications/WEO/Issues/2022/10/11/world-economic-outlook-october-2022

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