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Ex Alitalia, Pronte oltre 2000 lettere di licenziamento

Sono 2059 per l’esattezza i lavoratori dipendenti dell’ex compagnia di bandiera interessati dalla procedura di licenziamento collettivo e che già da anni sono in cassa integrazione. L’appello dei sindacati è per un ricollocamento dei lavoratori all’interno di Ita o di Easyjet, cosa che metteranno sul tavolo venerdì. Questo il quadro dopo che è stato definitivamente siglato l’accordo di fusione Lufthansa-Ita Airways, che in dote porta ancora un discreto numero delle migliaia di dipendenti Alitali, dal 2017 in amministrazione straordinaria

Tra gli altri 1.170 assistenti di volo, 82 piloti e 100 addetti alla manutenzione degli aerei. Dopo il licenziamento avranno diritto alla Naspi e possibilmente a un intervento del Fondo di solidarietà per il trasporto aereo (finanziato da compagnie e lavoratori) che potrebbe integrare l’assegno sino all’80% della retribuzione lorda come già avvenuto per la cigs.
Nella comunicazione che l’azienda ha inviato a sindacati e ministeri competenti (Lavoro, Trasporti e Mimit) la società sottolinea che «allo stato attuale, nessun ulteriore strumento previsto dalla legge è adottabile in via negoziale per fronteggiare eccedenze di personale» e che le condizioni dell’azienda non consentono «l’attuazione di interventi di altro genere sull’utilizzazione del personale».
L’appello rivolto dai sindacati alle compagnie aeree a cui, in seguito alla fusione, saranno assegnati gli slot disponibili, in particolare Easyjet che potrebbe aprire nuove basi a Linate e Fiumicino, è ad assumere il personale qualificato dell’ex Alitalia implementando il numero dei dipendenti Ita. 

La posizione della Cub trasporti
Prolungare la cassa integrazione straordinaria almeno di un anno e assumere il personale non solo in Ita ma anche in Atitech e Swissport, che gestiranno le attività di manutenzione e quelle aeroportuali di terra. «Altro che rilancio e piena occupazione promessi in campagna elettorale dai partiti di maggioranza, per distinguersi dalle scelte di liquidazione della ex compagnia di bandiera italiana – sottolinea Antonio Amoroso, segretario nazionale -. D’altra parte non si vogliono ricollocare i lavoratori ma solo, come è stato nel 2014 per i 2251 licenziamenti sempre di Alitalia, eliminarli e sostituirli con manodopera ricattabile e a basso costo». La Cub Trasporti annuncia quindi una mobilitazione permanente sino allo sciopero generale dei sindacati di base del 29 novembre, che coinvolgerà anche il comparto aeroportuale.



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