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Ferrovie: Il silenzio degli indecenti

A volte basta attenersi ai fatti. Da una parte migliaia di lavoratori che partecipano a quattro scioperi da oltre l’8O% di adesioni con l’opportunità di decidere, promuovere, organizzare e dall’altra i sindacati firmatari che, dopo aver provato a fingersi morti, ora si arrampicano sugli specchi facendo finta di nulla e provando a vendere la solita stupidaggine della conciliazione vita-lavoro (con l’accortezza di farlo fare agli altri il lavoro).

Questa la cruda fotografia della rappresentanza in ferrovia nel 2024. Fa quasi pena leggere comunicati fotocopia (credono forse che lo stesso testo mandato ognuno per sé faccia più visualizzazioni?) pieni di frasi fatte, periodi contorti senza significato, vecchi slogan di vent’anni fa.

Questa non è rappresentanza, queste si chiamano televendite. La democraticità, la trasparenza e la chiarezza dei movimenti assembleari, nati e cresciuti grazie all’opera dei lavoratori, non hanno solo costruito una grande e partecipata vertenza ma hanno fatalmente mostrato l’abissale differenza fra la rappresentanza propria degli stessi lavoratori e quella fittizia e consociativa dei sindacati firmatari.

I risultati di questa vertenza dipendono dalla tenacia necessaria nell’anteporre a tutto la salute e la sicurezza, con le relative ricadute normative. La strada è tracciata e non si può tornare indietro.

LA VERTENZA DELLE ASSEMBLEE NON VA IN FERIE
SALUTE E SICUREZZA, DIRITTI, SALARIO
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FINO ALLA FINE

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