Il caso Livorno:
A LIVORNO È A RISCHIO LA SALUTE CI CITTADINI E AMBIENTE
La Cub riprende l’indagine dettagliata che Maurizio Marchi di Medicina Democratica Livorno e Antonio Fiorentino-perUnaltracittà Firenze stanno conducendo, per denunciare la situazione di degrado e inquinamento ambientale che interessa il territorio della provincia di Livorno. Una situazione che coinvolge direttamente i cittadini che vi risiedono e che le istituzioni non affrontano in maniera incisiva e che da quanto emerge sembrano invece avallare, senza opporsi a decisioni che minano gravemente la salute delle persone e il rispetto per l’ambiente
Il SIN (Sito d’Interesse Nazionale) di Livorno è uno dei più compromessi in Italia da un punto di vista ambientale e sanitario ma attualmente non è al centro delle necessarie politiche attive di risanamento e riconversione. Al contrario prevale un atteggiamento di sottovalutazione, ridimensionamento al ribasso dell’attenzione che una polveriera industriale ed ecologica di questa entità dovrebbe richiedere. Sono diversi gli aspetti critici annoverabili da questo punto di vista, a partire dall’inquinamento provocato dalla raffineria ENI e dall’ex Centrale ENEL, il danno ambientale connesso al Porto, industriale e civile, e le altre aree, comprese quelle a mare, tutte inspiegabilmente derubricate. Spicca poi l’area interessata dalle ricadute causate dall’inceneritore, che da oltre 35 anni brucia rifiuti indifferenziati in mezzo ai quartieri nord di Livorno: vengono trattate circa 70 mila tonnellate/anno di rifiuti, dei quali la maggior parte proviene da fuori provincia e Ambito di riferimento. Eppure, nonostante la prossima scadenza dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la conseguente chiusura, anche perché si tratta di un vecchio impianto che non soddisfa le minime condizioni di sicurezza ambientale, la Regione Toscana vorrebbe posticiparne la chiusura. Ci sono poi da considerare i numerosi impianti di stoccaggio, per la pericolosità delle sostanze trattate, oltre che per la pericolosità dovuta all’incessante sorvolo, a bassa quota, della zona da parte di aerei civili e militari che quotidianamente atterrano al vicino aeroporto di Pisa. I voli sono in costante aumento e il rischio di incidente aereo è molto concreto. Nella zona nord di Livorno, insistono anche due aziende che trattano rifiuti speciali e a 22 km dalla costa incombe la presenza del rigassificatore OLT di GNL (Gas Naturale Liquefatto – Metano), che costa allo Stato, ogni anno, circa 100 milioni di euro di incentivi.
Ma nonostante tutto questo “la politica locale e centrale si distinguono per l’inerzia, per l’ignavia, per l’adeguamento agli interessi delle compagnie petrolifere e di navigazione mentre la condizione dell’intero ecosistema si incancrenisce sempre di più”.
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Piombino e il suo porto:
I RESIDENTI DICONO NO AL RIGASSIFICATORE NEL PORTO TURISTICO
Con la scelta di puntare sul gas, il Governo Draghi, e al momento anche l’attuale Esecutivo, ha indicato nel porto di Piombino il sito dove collocare un rigassificatore. Sulla stessa linea Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana, mentre si dichiara contrario il Sindaco della città portuale, Francesco Ferrari
La cittadinanza si è fin da subito opposta alla scelta calata dall’alto, senza considerazione per i rischi ambientali, e non solo, che ricadrebbero su tutta la zona interessata dal nuovo impianto. L’inquinamento delle acque costiere produrrebbe gravi danni per tutta la filiera dell’itticoltura, per il turismo e l’accoglienza, e di conseguenza per migliaia di lavoratori, a cui si aggiungono fondate preoccupazioni per la sicurezza dato il rischio di incidenti e la possibilità, seppur remota, di attentati alla struttura che sorgerebbe a soli 250 metri dalla linea di costa. Per questo sia gli abitanti di Piombino che di altre città toscane, oltre a molti che frequentano questi luoghi durante le ferie, hanno dato vita a manifestazioni di protesta per dichiarare una ferma opposizione al prosieguo di questo progetto.
Leggi l’articolo “L’Italia è al primo posto in Europa per i costi sanitari delle centrali a gas”, in Altrǝconomia, 3 Febbraio 2023l