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Il Governo vuole aumentare il lavoro precario

Il Governo si appresta a demolire il decreto “dignità”, sta infatti per varare un decreto con il quale le imprese potranno assumere a tempo determinato senza dichiarare i motivi fino a 24 mesi, estensibili a 36 mesi se concordati con i sindacati nei contratti collettivi nazionali/aziendali.


Dopo il reddito di cittadinanza continua l’azione della nuova compagine governativa tesa ad abbassare diritti e condizioni di vita delle classi più povere. Si apprestano a scardinare il decreto “dignità” nella parte dedicata alle norme sui contratti a termine, liberalizzandoli ulteriormente.
Già il decreto “dignità” consentiva alle imprese di stipulare contratti a termine liberamente senza bisogno di indicarne i motivi – la cosiddetta “causale” – fino a 12 mesi. Oltre tale termine Il decreto prevedeva l’obbligo di indicare la “causale” e solo in presenza di fattispecie ben precise: esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria, sostituzione di lavoratori e incrementi temporanei e significativi dell’attività.


Adesso sul tavolo del Governo c’è un decreto legge che dovrebbe arrivare al Consiglio dei Ministri entro la fine di gennaio.
La bozza del nuovo decreto estende fino a 24 mesi la possibilità di utilizzare lavoratori con contratto a termine senza obbligo di dichiararne i motivi – le “causali” – alla base dell’assunzione temporanea. Inoltre, il testo prevede un’ulteriore possibilità di “allungare” i contratti “acausali” di altri 12 mesi tramite accordi nei CCNL o nei contratti aziendali o territoriali.
L’unica possibilità di “causali” anche per contratti di durata inferiore ai 24 mesi viene lasciata alla contrattazione sindacale, laddove si prevede che possono essere inserite se concordate nei contratti collettivi: come sono umani!


Questo nuovo decreto demolisce in buona parte il decreto “dignità” abbassando le tutele per i lavoratori a vantaggio delle imprese che avranno più libertà di impiego di lavoratori precari, e con minori rischi di ricorsi legali.
Per i lavoratori comporta un drastico aumento di ricatti, precariato e sfruttamento.

Gennaio 2023

FLMUniti-CUB Segreteria Nazionale

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