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La storia infinita del precariato e della precarizzazione nella scuola

In questi giorni la scuola torinese, come peraltro avviene a livello nazionale, ha visto il manifestarsi del malessere e dell’indignazione per come vengono trattati/e dall’Amministrazione delle colleghe e dei colleghi precari/e.

Si sono mobilitati per primi/e i colleghi e le colleghe risultati idonei al concorso del 2020 con un vivace e combattivo presidio a Torino come in molte altre città per rivendicare il diritto a un’immediata immissione in ruolo denunciando la pretesa del Ministero di relegarli in una sorta di limbo.

Una situazione inaccettabile come è inaccettabile la politica governativa basata sulla creazione di una pletora di gruppi di precari in situazioni giuridiche diverse e spinti ad una lotta fratricida.

Subito dopo si sono avute le proteste delle precarie e dei precari penalizzati/e dal folle meccanismo di un algoritmo che ha determinato, in molte province, veri e propri disastri a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. La scelta delle scuole continua ad essere al bulo, senza conoscere quali sono i posti disponibili e, spesso, senza sapere nemmeno il proprio punteggio esatto.

L’assurdità della situazione risulta evidente quando l’Ufficio Scolastico Provinciale afferma che i ritardi e le omissioni nelle sue operazioni sono causati da carenza di personale, dimostrando chiaramente che le dichiarazioni roboanti sui miracoli della procedura informatizzata sono, come minimo, un po’ esagerate. Come sappiamo bene la tecnologia può solo rendere più veloci alcune operazioni molto semplici e ripetitive ma la sua applicazione cieca genera abusi d’ordine di grandezza molto superiori, grazie alla forza moltiplicativa della macchina.

Per queste ragioni la CUB Scuola Università Ricerca sostiene da sempre la necessità della trasparenza e del ritorno delle assegnazioni delle supplenze in presenza.

Si tratta di agire mobilitandosi direttamente contro le diverse vessazioni che subiamo, unendo le forze di tutto il personale della scuola andando alla radice del problema e cioè la stessa creazione da parte dell’Amministrazione di una massa imponente di precari pretendendo:

  • l’immediata assunzione in ruolo di tutti e tutte gli/le aventi diritto su tutti i posti disponibili;
  • Il riconoscimento alle colleghe ed ai colleghi precari dell’eguaglianza della retribuzione e dei diritti rispetto a quelli e quelle di ruolo.

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