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Movimento sindacale francese contro la riforma delle pensioni

Intervista a Nara Cladera, del sindacato francese Sud Education, Parigi, 25 marzo 2023

1)Quali sono le prospettive rispetto alla lotta contro la riforma pensionistica voluta dal governo Macron, che prosegue da oltre due mesi, dal punto di vista giuridico, sindacale e dei prossimi scioperi?
La legge di riforma del sistema pensionistico francese, che innalza il limite d’età da 62 a 64 anni, è stata votata in Parlamento settimana scorsa, riportando per soli 9 voti di scarto la validazione da parte dell’assemblea nazionale. Non sono infatti riuscite a raccogliere i due terzi della maggioranza previsti le due mozioni di censura, presentate dalle opposizioni: una mozione di sfiducia è stata presentata dal gruppo Liot, quella più pericolosa delle due presentate all’Assemblea Nazionale, ma si è fermata a 278 voti a favore mentre ne servivano 287 per l’approvazione, che avrebbe comportato la caduta dell’esecutivo e l’invalidità della riforma delle pensioni. Il risultato è comunque negativo per il governo e il presidente Emmanuel Macron – conferma Nara Cladera – perché una buona parte dei deputati gollisti, i Republicains, ha votato a favore andando contro le indicazioni del presidente del partito, Eric Ciotti.
La nostra decisione di depositare una mozione di censura non è stata presa a cuor leggero, il nostro gruppo vi aveva messo in guardia dalla tentazione di forzare il passaggio, in autunno abbiamo chiesto una vera trattativa con le parti sociali”, ha affermato in proposito il deputato Charles de Courson (gruppo Liot, Libertà-indipendenti-oltremare-territori) chiedendo ai colleghi dell’Assemblea Nazionale di votare una mozione di censura interpartitica contro il governo per opporsi alla ‘negazione della democrazia’ e alle ‘ingiustizie’.
Serviva un vero dialogo con le forze politiche e le parti sociali – ha commentato de Courson rivolgendosi direttamente al presidente Macron – mentre lei ha offerto ai sindacati solo una parvenza di consultazione, aggiungendo alla negazione della democrazia politica una negazione della democrazia sociale”.
L’altra mozione di sfiducia era invece a firma dell’ultra destra Rassemblement National guidato da Marine Le Pen, che ha raccolto solo 94 voti.

Il parere della Corte Costituzionale
A questo punto, spiega Cladera, restano aperte altre strade dal punto di vista giuridico per tentare di bloccare la riforma, in ogni caso la maggioranza dei francesi è decisamente contraria a questa riforma e politicamente l’attuale esecutivo ne esce molto indebolito. Macron si è ripresentato alle scorse elezioni puntando molto proprio su questo tema, su cui si sta giocando la credibilità politica personale e del suo partito.
Intanto attendiamo la pronuncia della Corte Costituzionale, che ha un mese di tempo per valutare la legittimità o meno della riforma, che lo ricordiamo ha ricevuto il voto solo a seguito dell’utilizzo dell’articolo 49.3 per far votare i deputati sulla fiducia. Possibile motivo di incostituzionalità della legge di riforma è la forma legislativa scelta per proporre il progetto – un “progetto di legge finanziaria correttiva della sicurezza sociale” – Questo tipo di testo consente l’utilizzo dell’articolo 47.1 della Costituzione, che limita i dibattiti a 50 giorni in Parlamento.

Il Referendum
Altra possibilità per le opposizioni è la promozione di un referendum di iniziativa condivisa (Rip), un dispositivo costituzionale che prevede la possibilità di organizzare una consultazione popolare su una proposta di legge, su iniziativa di un quinto dei membri del parlamento, purché la proposta sia sostenuta da un decimo degli elettori, cioè 4,87 milioni di persone, le cui firme devono essere raccolte entro nove mesi.
Un disegno di legge in questo senso è stato già presentato alla Presidente dell’Assemblea nazionale pochi giorni fa, sottoscritto da oltre 250 deputati e senatori, in attesa di convalida della Corte Costituzionale.
La proposta di legge afferma che “l’età legale di pensionamento non può essere fissata al di sopra dei 62 anni”. L’ostacolo a questo provvedimento però risiede nel fatto che “tale referendum non può avere per oggetto l’abrogazione di un dispositivo di legge promulgato da meno di un anno”.

2)Se la legge di riforma fosse confermata, quale sarebbe la risposta del Paese e del fronte sindacale in particolare secondo voi?
Posso affermare con certezza che come sindacato rappresentiamo un movimento molto forte, soprattutto molto unito tra le varie sigle infatti tutto l’arco sindacale francese è compatto nell’opposizione a questa riforma di legge. Inoltre possiamo contare su un altrettanto forte e massiccio supporto da parte dei cittadini francesi, che a milioni sono scesi in piazza in questi due mesi di lotta. Si tratta di un movimento che definirei storico e che verrà ricordato negli annali della storia sindacale e non solo. La partecipazione e la condivisione da parte delle persone è palpabile, nelle strade, nei mercati, le manifestazioni che sono state via via organizzate hanno raccolto sempre più adesioni nonostante l’iniziale demonizzazione da parte della stampa che puntava il dito sulle barricate improvvisate, sui roghi dei cumuli di spazzatura etc e nonostante le oggettive difficoltà nei trasporti, nelle scuole e così via, che non hanno scoraggiato il sostegno da parte dei cittadini.
Eppure il governo non recede e come abbiamo visto ha dovuto ricorrere all’articolo 49.3 per far passare il voto a favore della riforma, altrimenti avrebbe perso. Per contro il movimento si è oltremodo rafforzato, negli scioperi delle varie categorie nonostante gli appelli a livello nazionale a desistere. Per esempio nei trasporti, nelle raffinerie e nel settore dei servizi urbani come quello della raccolta di rifiuti, si stanno susseguendo le giornate di grève reconductible, per cui se tradizionalmente nei servizi pubblici un preavviso di sciopero dev’essere depositato almeno cinque giorni lavorativi prima dell’inizio, così non avviene con la pratica dello ‘sciopero rinnovabile’. Il principio è quello di rinnovare la mobilitazioni per più giorni di seguito per mettere pressione al governo e sfruttare la mediatizzazione delle rivendicazioni. Ogni giorno, di solito al mattino, i lavoratori in sciopero si riuniscono in assemblea generale nelle fabbriche e decidono di votare, o meno, la prosecuzione dello sciopero che quindi si basa sulla decisione dei lavoratori senza obbligo di depositare nuovamente il preavviso. Quindi ci sono le premesse per bloccare completamente il Paese e soprattutto una grande vittoria ideologica del movimento che si è organizzato in questi mesi è stato il recupero del fatto che, a prescindere dalla sua legalità, una legge vada avversata se prima di tutto è considerata illegittima.

Tutto questo per dire che al punto a cui siamo il governo è in seria difficoltà e anche per la sua stessa sopravvivenza converrebbe una pronuncia a sfavore da parte della Corte Costituzionale sulla contestata riforma del sistema previdenziale. Come movimento sindacale sappiamo di avere il sostegno di milioni di francesi e che dobbiamo proseguire, soprattutto badando alla nostra indipendenza e canalizzando la grande energia che in questi mesi si è raccolta attorno alla battaglia contro la riforma pensionistica, a prescindere da quello che verrà deciso a livello parlamentare.

3)Su quali punti è invece possibile che la Corte Costituzionale possa dichiarare illegittima la riforma?
Il modo in cui il governo ha previsto di inquadrare la riforma delle pensioni non è corretto, il progetto di legge è infatti inserito in un quadro più ampio che riguarda il finanziamento della sicurezza sociale, come legge correttiva di quella già approvata per il 2023. L’articolo 47.1 della Costituzione prevede che per i progetti di finanziamento della sicurezza sociale si applichi un procedimento speciale, da cui il ricorso al 49.3 per cui non valgono le limitazioni solitamente in vigore. Il punto però, ci spiega Nara Cladera, è che è possibile procedere in tal modo solo una volta, inoltre non sussistono le motivazioni di urgenza e necessità di revisione finanziaria per la previdenza pena un grave rischio per l’economia. Quindi la Corte Costituzionale potrebbe evidenziare che non si potesse votare ricorrendo al 49.3 su tale materia, appositamente inserita dal governo in un ambito proprio delle leggi finanziarie. Non è vero che senza questa riforma la Francia sarebbe a rischio, infatti nemmeno la commissione europea si è mai pronunciata in tal senso. Macron invece ha manifestato disprezzo per i manifestanti contrari alle scelte del governo, commentando che le persone che protestano non sono in grado di capire di cosa si stia parlando, bollandoli come ignoranti.

4)E sull’atteggiamento tenuto dalla polizia cosa ci può dire? Si parla di inchieste interne sull’operato degli agenti, accusati di aver ecceduto con la violenza.
Sì, la reazione poliziesca è stata violenta e ingiustificata. Ci sono stati feriti, un compagno ha perso un occhio a causa degli scontri con i gendarmi e un’altra ha invece riportato l’amputazione di un dito. Durante l’ultima grande manifestazione, a Parigi eravamo così tanti che dalla testa del corteo in place de l’Opera la folla arrivava fino alla decima strada traversa dei grandi viali che conducono alla piazza, prima ancora che il corteo partisse. Su place de l’Opera convergono otto grandi viali, che erano completamente occupati dai manifestanti ma la polizia ha quasi completamente bloccato l’accesso alla piazza, in assetto militare, una situazione al limite.
Ci tengo a sottolineare che caratteristica di questa vera e propria sollevazione popolare è la diffusione su tutto il territorio di Francia, dalle città più grandi alle medie ai villaggi più piccoli dove le persone si organizzano spontaneamente quando ci si mobilita nella capitale e nelle altre metropoli.

Di seguito la traduzione del comunicato stampa di Sud Solidaires-Rails

Un nostro compagno è stato mutilato dalla polizia, il governo e il questore di Parigi devono renderne conto
Sébastien, sindacalista di SUD-Rail, ferroviere in un’officina di materiale da oltre 25 anni e padre di tre figli, è stato accecato dalla polizia di Gérald Darmanin e Laurent Nunez. Giovedì, durante la manifestazione di Parigi, il nostro compagno ha perso un occhio in seguito all’esplosione di una granata stordente.
Il potere ha oltrepassato il limite! Ordina alla polizia di usare armi da guerra per mettere a tacere la protesta sociale nel Paese.
Le granate stordenti sono elencate nella categoria del materiale bellico dal Codice di sicurezza interna.
Lo stesso giorno, a Rouen, una manifestante ha avuto un dito strappato da una granata.
La federazione SUD-Rail e l’Union syndicale Solidaires condannano con la massima fermezza queste violenze sproporzionate e illegali.
Esigiamo dai responsabili di questi atti criminali una risposta immediata. La gestione poliziesca di una crisi politica e sociale ha come conseguenza di mettere in serio pericolo un numero sempre maggiore di manifestanti
Dopo l’imposizione forzata della riforma con l’uso dell’articolo 49-3, c’è stata un’accelerazione della violenza della polizia contro i manifestanti. Questa violenza, che ricorda quella usata negli ultimi anni contro i giovani nei quartieri popolari, contro i sindacalisti o contro il movimento dei Gilets Gialli, è inaccettabile.
Rivela che i vertici dello Stato hanno scelto una strategia del terrore e di lasciare incancrenire la situazione.
Dov’è la democrazia quando un governo vieta raduni e manifestazioni, reprime, bastona, mutila il movimento sociale?
La federazione SUD-Rail e l’Union syndicale Solidaires, in accordo e a sostegno della famiglia del nostro militante, faranno tutto il possibile affinché questo atto venga punito all’altezza del suo livello di violenza.
In segno di solidarietà, invitiamo i lavoratori a mobilitarsi il più possibile nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Far retrocedere questo governo è la lotta del nostro compagno mutilato! Ed è quello che vogliamo ottenere al più presto!

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