Non possiamo esimerci dal constatare ciò che sta accadendo negli ultimi mesi per quanto riguarda la questione sicurezza, specialmente in relazione ai mezzi da lavoro, senza dover esprimere molta preoccupazione su come si stiano gestendo gli eventi.
Mesi fa avevamo chiesto all’azienda di rendere conto su ciò che ha generato un pericoloso near miss avvenuto ai danni di una gru di banchina, la quale aveva perso in fase di manovra dei pezzi meccanici, finiti fortunatamente a pochi metri da un lavoratore Dock Service che stava lavorando in coperta della nave.
Successivamente abbiamo appreso che l’azienda avrebbe intrapreso un processo di verifica del parco mezzi, tramite ditte esterne qualificate, atto a censire le reali condizioni strutturali e meccaniche di tutte le gru, scelta che ci aveva indotto a prendere tempo e ad aspettare gli esiti della relazione conclusiva.
Ma sono gli accadimenti successivi a lasciarci sconcerti, e ci riferiamo in particolare alla UNL4 che è stata fermata in via precauzionale per problemi relativi alla struttura del braccio e, successivamente, hanno seguito la stessa via le RTG31 e 32 a causa di difetti in questo caso meccanici.
Non vogliamo entrare nel merito specifico delle avarie, cosa di cui si dovranno occupare i RLS in carica e che, ricordando agli stessi nel caso non ne siano a conoscenza, hanno il pieno diritto di accedere alle documentazioni aziendali che riguardano il tema sicurezza, dal quale non possono essere estromessi (tentativo che pare sia avvenuto, riferito ai comunicati CGIL) oltre ovviamente a dover divulgare a TUTTI i lavoratori ciò che hanno potuto analizzare, compito prioritario della loro figura sindacale.
Ma quello che ci preme mettere in chiaro è che siamo veramente nauseati dal vedere come venga posta la questione sicurezza dalle sigle confederali, ci chiediamo come sia possibile non trovare l’unità d’intenti per quanto riguarda temi così importanti che, senza dubbio alcuno, dovrebbero esulare dalle loro personali diatribe politiche.
Queste considerazioni ci portano inoltre a comprendere che non è posta la relativa serietà nel dover affrontare queste tematiche e soprattutto che è venuta meno, anche in questo caso, la giusta rappresentanza dei diritti dei lavoratori.
La CUB è cresciuta in questo porto proprio in relazione alla sicurezza sul posto di lavoro, che abbiamo sempre anteposto a qualsiasi altra logica sindacale.
La sicurezza dei portuali DEVE tornare tema prioritario e imprescindibile, non possiamo permetterci di continuare a lavorare su mezzi da lavoro vetusti, vicino sicuramente al fine vita e comunque che abbiano problemi della portata che abbiamo visto concretizzarsi nel mese di Ottobre 2023.
Ogni operatore conosce bene le condizioni in cui è costretto a lavorare tutti i giorni ed è consapevole che non sono certo quelle ottimali. Benché si sia investito in questi anni in termini di sicurezza, ci rendiamo conto che quanto è stato fatto non è abbastanza, è ormai sempre più evidente la necessità di investire sul rinnovo delle gru e questo deve avvenire nel più breve tempo possibile, ricordando che più si aspetta e più sarà alta la probabilità che questo debba avvenire con il rischio futuro di essere costretti a rallentare, se non addirittura fermare il ciclo nave, con ripercussioni possibili anche sui salari degli operai.
Non possiamo permetterci di continuare a stare in silenzio e quello che chiediamo all’azienda è il rinnovo del parco mezzi, dato che anche nel 2022 hanno chiuso il bilancio in positivo e con utili che hanno superato addirittura quelli già sostanziosi dell’anno precedente.
La qualità e la sicurezza si possono ottenere solo lavorando con mezzi efficienti, non è possibile pretendere di continuare a fare i numeri che tutti conosciamo nello scalo spezzino facendo affidamento solamente al sacrificio dei lavoratori.
15.10.23
CUB Trasporti La Spezia