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Webinar Cub nazionale

Sul canale facebook nazionale saranno trasmesse le dirette di approfondimento sui principali temi che riguardano economia, lavoro e diritti in Italia e in riferimento a quanto avviene a livello globale.

Negli incontri virtuali in diretta, a partire dall’attualità gli ospiti faranno il punto sui temi che riguardano il mondo del lavoro e i diritti dei lavoratori, le scelte in materia economico-finanziaria del Governo e a livello globale, l’andamento dei mercati finanziari, in particolare per quanto attiene le risorse e le materie prime, la situazione di crisi generalizzata dell’economia e della rappresentanza politica e sindacale, in Italia, in Europa e nel mondo.

A ogni appuntamento parteciperanno docenti, esperti e rappresentanti dei lavoratori, per fare chiarezza su quanto avviene e sulle scelte della politica, rispondendo anche alle domande degli internauti collegati, per dare maggiori strumenti di interpretazione della complessa realtà in cui viviamo.

L’inflazione registrata nel 2022 oscilla, a seconda degli indici Istat utilizzati, attorno al 12%, con punte ancora più elevate per le famiglie “con minore capacità di spesa”. Anche nel 2023, secondo i dati di maggio, l’inflazione non scende sotto il 5,7%. Si profila una grande perdita di potere d’acquisto per i salari e per le pensioni.

Viene eroso il valore reale di salari e stipendi, perché la scala mobile non esiste più, i rinnovi contrattuali sono lenti, gli aumenti scaglionati nel tempo, il parametro utilizzato (IPCA depurato dal rincaro dei beni energetici) è obsoleto e inutile. Il tempo passa ma le bollette salgono, così come il prezzo di tutta la spesa alimentare, dei trasporti, delle tasse scolastiche, dei consumi primari.

Per le pensioni vale lo stesso discorso: la perequazione per adeguarle all’andamento dei prezzi, scattata a fine anno, è solo parziale e non proporzionale. Difende poco le pensioni più basse e per nulla le pensioni medio-alte. Nel biennio 2023-24 il governo risparmia 17 miliardi.

Per le famiglie più povere si taglia anche il Reddito di Cittadinanza, per costringere lavoratori e lavoratrici ad accettare qualunque condizione salariale e occupazionale per poter sopravvivere: il decreto del 4 maggio aumenta le possibilità padronali di sfruttare i precari con contratti stagionali e a termine. Manodopera usa e getta, come due secoli fa.

Invece di investire sui servizi alla popolazione, il governo investe sulla guerra e sulle spese militari. Il continuo e ripetuto invio di armi all’Ucraina, per compiacere la Nato, gli Usa, l’Unione Europea, prolunga il conflitto, la distruzione del Paese aggredito, la perdita di vite umane. Invece di imporre ai contendenti negoziati di pace, l’alleanza di cui fa parte l’Italia arma l’Ucraina per disgregare la Russia. Sullo sfondo già si pregustano le commesse per la ricostruzione e il business da spartire tra gli alleati, sulla pelle dei civili ucraini massacrati e dei militari di entrambi gli schieramenti caduti “per la patria”.

La guerra è soprattutto business e la copertura ideale per fare risalire la quota della spesa pubblica destinata al riarmo: la spesa militare deve arrivare al 2% del PIL. Il Pil italiano del 2022 è stato 1.909 miliardi di euro: il 2% significa 38 miliardi in bombe, cannoni, carri armati, navi da guerra, aerei da combattimento.

Per la protezione civile si spende molto meno: 852 milioni nel 2023, 695 nel 2024, 597 nel 2025. Non stupisce che accadano disastri come quello che ha travolto la Romagna a maggio. Non si fa nulla per contrastare il cambiamento climatico e per proteggere il territorio dalle sue devastanti conseguenze.

Tutto il processo della transizione energetica viene affidato alle solite società, nazionali e multinazionali, che intendono sfruttare fino in fondo i combustibili fossili, senza rinunciare peraltro ai finanziamenti finalizzati alla conversione. Così possono scegliere i tempi e i modi per fare carrettate di utili in funzione dei propri interessi strategici.

Persino la guerra, le sanzioni alla Russia, la scarsità di gas e petrolio, sono stati usati per creare uno stato d’emergenza che punta a negare la gravità della situazione climatica e ambientale: tutti d’accordo nello strapagare il gas liquido di provenienza Usa, le forniture dal Qatar, le tangenti ai dittatori africani e asiatici che alimentano gasdotti e oleodotti che ci procurano la materia prima.
Per il salario e il reddito, contro la guerra e la devastazione ambientale, dobbiamo prendere l’iniziativa e scendere in campo. Per difendere i nostri interessi, per imporre una svolta pacifista nelle relazioni internazionali, per conquistare un modello di crescita sostenibile sul piano ambientale.     

WEBINAR SETTEMBRE E OTTOBRE 2023

Giovedì 21 settembre ore 18:00 – Geopolitica

“Il mondo al contrario delle destre, tra guerre, povertà e bugie elettorali” – Crisi economica e necessità della politica
Intervengono: Paolo Ferrero, Biagio Longo, Stefano Capello-Flaica Cub Torino

Giovedì 28 settembre ore 18:00 – Economia

“La classe lavoratrice è sotto attacco” – Inflazione, tassi bancari e precarietà, la tempesta perfetta
Interviene: Prof. Guglielmo Forges Davanzati 

Giovedì 5 ottobre ore 18:00Lavoro, Diritti

“Reddito minimo e reddito di cittadinanza” – Condizione salariale e welfare: Proposte per uscire dalla crisi
Intervengono: Lidia Undiemi e Cosimo Scarinzi-Cub Sur nazionale

Martedì 17 ottobre ore 18:00 – Ambiente, Crisi climatica

“Clima, energia, trasporti. Quale futuro per il pianeta?” – Modelli di sviluppo e impatto sull’ambiente.
Interviene: Prof. Angelo Tartaglia – già professore di Fisica presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino; membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Giovedì 19 ottobre ore 18:00 – Geopolitica, Diritti, Lavoro, Crisi climatica, in vista dello sciopero generale del 20 ottobre

“I sindacati di base a confronto” – Sullo sciopero generale del 20 ottobre 2023
Intervengono: Marcelo Amendola, segretario generale CUB – Marco Galli, ADL Varese – Massimo Betti, SGB.

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