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Assemblea Cub Pubblico Impiego di Pisa

Pubblico Impiego: da dove ripartire per conquistare dignità, salario, potere di acquisto e di contrattazione?


I codici di accesso alla riunione su zoom sono da chiedere entro le ore 17 di martedì 25 ottobre al seguente indirizzo e-mail
: delegatilavoratoriindipendenti@gmail.com

salari della pubblica amministrazione non hanno recuperato potere di acquisto dopo i 9 anni di blocco della contrattazione, non illudiamoci davanti agli ultimi due rinnovi triennali, l’ultimo dei quali ancora da arrivare per la sanità e gli enti locali viste le procedure complicate che prevedono innumerevoli passaggi tra Mef, Magistratura contabile e governo. I rinnovi contrattuali sono arrivati con aumenti calcolati con codice Ipca, costruito ad arte per impedire aumenti adeguati al costo della vita, figlio di quella stagione, mai tramontata, dell’austerità e del contenimento dei costi.

Esiste dunque un’emergenza salariale nella Pubblica Amministrazione?
In parte sì, la risposta è negativa se confrontiamo gli stipendi della Pa con quelli degli appalti nei quali si applicano i Ccnl cooperative sociali e multiservizi, ove il contratto individuale di riferimento è quello part time con paghe irrisorie e contributi che non permetteranno una pensione dignitosa. La tendenza dei sindacati complici è quella di raccontare una lieta, che poi lieta non è, novella, secondo la quale gli aumenti accordati siano sufficienti e a loro volta incrementati dalla contrattazione aziendale.

Fermiamoci sui contenuti di questa informazione falsa e tendenziosa (a nostro avviso): Gli aumenti medi negli enti locali se tradotti in cifre nette si traducono in poche decine di euro per la stragrande maggioranza della forza lavoro, da questi aumenti dovranno trarre quanto già erogato con la indennità di vacanza contrattuale, un’altra pensata di inizio secolo per scongiurare l’erogazione degli arretrati contrattuali. Seconda considerazione riguarda i  fondi destinati alla contrattazione decentrata, o di secondo livello a seconda di come la si voglia definire, ebbene il fondo della produttività se accresciuto dovrà sempre rispettare dei tetti di spesa che non consentono incrementi reali del fondo stesso senza dimenticare che parte di questi soldi è già destinata al pagamento di istituti contrattuali erogati in termini divisori e conflittuali all’interno della forza lavoro.
Se stanzio, è solo un esempio, 10 euro in più a dipendente, non è detto che quei 10 euro si ritrovino in busta paga perché la loro distribuzione è soggetta alle forche caudine della contrattazione decentrata e a regole sovente costruite ad arte per creare diversità di trattamento economico tra lavoratore\trice e lavoratore\trice. La tendenza degli ultimi contratti pubblici è stata quella di demandare alla contrattazione di secondo livello la gestione di alcune patate bollenti con una prassi analoga al settore privato dove dominano le deroghe al contratto nazionale. Se poi guardiamo alle materie da contrattare ci rendiamo conto che a farla da padrona restano i semplici diritti alla discussione e alla informazione mentre nel frattempo sono cresciute le mansioni esigibili all’interno del profilo professionale.
Se guardiamo all’ultimo Ccnl funzioni locali ci accorgiamo che continuano a coesistere sia il lavoro agile che il vecchio telelavoro, anche questa scelta resta funzionale a un utilizzo flessibile della forza lavoro, che tempo fa definimmo moderna forma di cottimo,  pur sapendo che il lavoro da casa è comunque richiesto da numerosi\e colleghi\e. Lavorando da casa si risparmia sui buoni pasto, sulla indennità di condizione lavoro, si addebitano al singolo lavoratore i costi di connessione e anche su questo punto le carenze del Ccnl sono evidenti.

Vorremmo poi focalizzare la discussione su altri tre aspetti dirimenti che tratteremo in estrema sintesi:
-La prevenzione e la sicurezza sui posti di lavoro sono diventati un optional soprattutto se pensiamo al personale della sanità in tempi di pandemia: Invece di accorciare l’orario settimanale si va verso un suo prolungamento e da qui a esigere, come accade già in certi comparti privati, delle ore straordinarie il passo è breve. Si parla di benessere organizzativo ma il malessere con il quale si lavora è sempre più palpabile. Il ruolo degli Rls (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) nel corso degli anni si è ridotto ai minimi termini, ostaggio di quella filiera della sicurezza aziendale che subordina il delegato alle figure aziendali. Per restituire credibilità e forza ai rappresentanti della sicurezza bisogna operare scelte radicali quali allargare le loro competenze, intervenire materialmente nell’organizzazione del lavoro, degli uffici e dei servizi, aggredire con forza le carenze di organico e i carichi di lavoro, non limitarsi a ruoli formali e inconcludenti. 

-Da tempo nella Pa hanno incrementato le misure disciplinari che poi si traducono in una doppia penalità ossia in valutazioni inferiori che determinano riduzione della produttività, da qui la storica richiesta della quattordicesima che manca nella Pa, e impediscono le progressioni di carriera. L’obbligo di fedeltà aziendale resta un vulnus democratico e uno strumento repressivo che inficia il diritto di critica e la stessa azione dei delegati sindacali. Una campagna nazionale per rimuovere l’obbligo di fedeltà aziendale è sempre più urgente e necessaria.

-Chiudiamo sulla guerra con una sola considerazione: Quando si parla di militarizzazione della scuola e dell’insegnamento intendiamo anche quei militari chiamati a far lezione al posto degli insegnanti, una tendenza da anni già riscontrata, ad esempio trasformando l’alternanza scuola-lavoro in stages nelle caserme.
Vorremmo invece focalizzare l’attenzione su un aspetto per noi dirimente ossia sul fatto che militarizzando la società si crea assuefazione alle regole imposte dall’alto che poi determinano comportamenti codificati di mera passività che scontiamo anche in ambito sindacale. E’ una battaglia culturale e politica quella da sostenere sapendo che potranno esserci solo effetti positivi anche sull’azione sindacale uscendo dalle mentalità servili ormai dominanti.

Cub Pubblico Impiego di Pisa

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