Le progressive esternalizzazioni dei servizi sanitari e socio sanitari hanno portato a un sistema nell’assistenza di anziani e disabili, e di altre fasce di popolazione fragile come la persone con problemi di salute mentale o di dipendenze, che si regge prevalentemente su strutture private
Il report di Amnesty Intenational del 2020 su RSA e decessi avvenuti causa Covid testimonia che solo il 26% sono strutture pubbliche, private no profit il 48% e private for profit il 25%.
Anche nella Regione Toscana su 322 RSA, 221 sono private e 101 risultano pubbliche ma date in affidamento global service o in appalto a cosiddette Cooperative sociali o alle multinazionali dell’assistenza.
Sereni Orizzonti è una di queste: 91 RSA tra Italia e Spagna per un totale di 6000 posti letto. Con base a Udine, in Toscana ne gestisce 11: in alcune di queste nel 2020 esplosero i primi maxi focolai da Covid, fra anziani e operatori, che portarono all’apertura di un fascicolo da parte della Procura e all’intervento della ASL.
Qui come in altre RSA i carichi di lavoro sono insostenibili per gli operatori, le norme contrattuali vengono spesso non rispettate e lo stesso accade per i parametri regionali, applicati al ribasso, senza sostituzioni del personale assente: questa situazione è stata più volte denunciata a livello sindacale, come pure sono state denunciate le carenze nelle forniture del materiale necessario.
Un servizio che dovrebbe essere pubblico come quello della cura e assistenza alle persone anziane è stato completamente ceduto al privato che fa profitto a cominciare dalla pelle dei lavoratori e al risparmio su tutto compresa la qualità del cibo, i pannoloni, la biancheria, e che introduce metodi di lavaggio a secco per risparmiare sui tempi da dedicare all’igiene degli anziani.
In questo contesto va’ visto quanto accaduto in questi giorni nelle RSA fiorentine gestite da Sereni Orizzonti: 4 anziani morti e 114 casi di gastroenterite.
In attesa che le indagini facciano il loro corso, è già iniziato lo scaricabarile delle responsabilità e speriamo che anche questa volta non le si faccia ricadere sull’errore umano degli operatori: è il sistema degli appalti, qui come in tante stragi quotidiane sul lavoro e da lavoro , che genera malattia e morte.
I gestori si lamentano e protestano per l’insostenibilità dei costi, aumentati per il caro bollette e per il rinnovo di alcuni contratti del settore: aumenti contrattuali peraltro inadeguati all’aumento del costo della vita e all’inflazione che non rendono giustizia ai lavoratori del settore di cura e assistenza, soggetti a un lavoro usurante nemmeno riconosciuto.
Minacciano di aumentare le rette a carico delle famiglie, già oberate da costi insostenibili nell’incertezza di affidare i propri anziani a strutture in grado di curarli e assisterli.
Basta esternalizzazioni, basta risparmi e appalti al ribasso sulla pelle di anziani e lavoratori, la cura e l’assistenza vanno garantiti dal servizio pubblico con la reinternalizzazione di tutti i servizi e degli operatori: una battaglia che deve unire lavoratori e cittadini.
Cub Sanita’ Firenze